E questo pensiero ne scaturisce un altro. The Room Next Door parla nettamente della contemporaneità , ma anche altri film di Venezia 81 lo fanno, solo che guardano il presente attraverso la storia. The Order ritorna all’inizio degli anni Ottanta negli Stati Uniti per pensare all’onda suprematista bianca che con il governo di Donald Trump ha trovato la sua nuova ascesa. I’m Still Heretocca il passato non troppo recente della storia del Brasile, gli anni della dittatura, forse per capire anche come un amico di Trump, Jair Bolsonaro sia riuscito a governare il Paese. Campo di battaglia, invece, è una riflessione sulla Prima guerra mondiale che noi italiani ancora ricordiamo come un atto atroce di annientamento umano; Vermiglio a modo suo è il recupero di una storia particolare che può essere assimilata a tante altre nell’Italia in guerra negli anni Quaranta; poi c’è The Brutalist di Brady Corbet che racconta la storia dell’architetto ebreo ungherese, Laszlo Toth (interpretato da Adrien Brody), sopravvissuto ai campi di concentramento e arrivato negli Stati Uniti da immigrato. Toth è stato un architetto brutalista che oltre Oceano portò gli elementi di questo stile di costruire prettamente britannico e prettamente anni Cinquanta (per capire il movimento brutalista date un’occhiata alla mitica Torre Velasca dello studio BBPR a Milano). Queste pellicole sono accomunate dal fatto che il cinema prende il passato per interrogare sul presente. Non sono reportage o documentari, ma narrazioni di finzione che gettano un seme nella mente di chi sta guardando sulla validità di quelle narrazioni ancora oggi. Anche Harvest di Tsangari, che trova le sue radici cinematografiche al termine del Settecento per domandarsi da dove nasce la nostra modernità . Una bella traccia di analisi finora del Concorso che è saltata un po’ fuori a sorpresa dal momento che nessuno della direzione della Mostra ha mai pensato di porla in evidenza nelle settimane passate.
Ieri, 2 settembre, è stato attribuito al regista, sceneggiatore e produttore francese Claude Lelouch il premio Cartier Glory to the Filmmaker dell’81. Mostra del Cinema dedicato a una personalità che abbia segnato in modo particolarmente originale il cinema contemporaneo. La consegna è avventura in Sala Grande prima della proiezione Fuori Concorso del suo nuovo film, Finalement.
Fonti certissime mi hanno detto che oggi è giunto a Venezia Takeshi Kitano. Pare che alloggi in città e al Lido non si è fatto vedere. La fonte certissima mi ha anche detto che svolgerà una scarsa attività stampa. Il suo film, Broken Rage (Fuori Concorso) sarà presentato alle 17 del 6 settembre in Sala Grande e quindi ci sarebbe il tempo per il maestro di concedersi ai giornalisti, ma pare che non ne abbia molta voglia. Poi Kitano è abbastanza imprevedibile, quindi è possibile che queste certezze svaniscano o diventino concrete. Vi tengo informati.
Per oggi è tutto. Ci sentiamo tra circa ventiquattr’ore per discutere sul giorno 8 della Mostra del Cinema.
Crediti fotografici
Foto 1 PHOTOCALL-PHANTOSMIA-Film Delegation – Credits G. Zucchiatti La Biennale di Venezia – Foto ASAC – 2
Foto 2 RED CARPET – THE ROOM NEXT DOOR – Director Pedro Almodovar – Credits Giorgio Zucchiatti La Biennale di Venezia-Foto ASAC(2)
Foto 3 PHANTOSMIA-Actor Ronnie Lazaro-1
Foto 4 PRESS CONFERENCE – QUEER – Luca Guadagnino e Daniel Craig – Credits G. Zucchiatti La Biennale di Venezia – Foto ASAC
Foto 5 PHOTOCALL – PHANTOSMIA – Actor Ronnie Lazaro – Credits G. Zucchiatti La Biennale di Venezia – Foto ASAC(3)
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