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I numeri sulla violenza sulle donne in Italia nel 2024 dimostrano che siamo ancora di fronte a un’emergenza nazionale. Sono 51 le vittime di femminicidio nel 2024, quasi 3mila le violenze sessuali nel corso del primo semestre dell’anno, sfiorano i 700 i casi di condivisione non consensuale di immagini e video intimi (il cosiddetto revenge porn). E poi ci sono 33mila chiamate al numero anti violenza 1522.
I femminicidi
Secondo il ministero dell’Interno dal 1 gennaio al 17 novembre di quest’anno, sono 51 le donne che sono state uccise dal partner o dall’ex partner. Solo 7, invece, gli uomini vittima di una persona con la quale avevano o avevano avuto una relazione sentimentale. Il che ci dice che quando a uccidere è il partner, nell’87,9% dei casi la vittima è una donna.
Il grafico mostra la percentuale di vittime donne degli omicidi commessi dal partner o dall’ex. Come si vede, la situazione è stabile: negli ultimi quattro anni, intorno al 90% delle vittime è donna. Se si guarda ai numeri assoluti, lo scorso anno nel periodo compreso tra il 1 gennaio e il 17 novembre gli omicidi commessi dal partner con vittime donne furono 58, quest’anno sono stati 51. C’è una diminuzione, ma i dati non sono sufficienti ad indicare una tendenza.
I reati spia
Nel suo approfondimento statistico dedicato alla violenza di genere, il Viminale censisce anche quelli che definisce come reati spia. Ovvero “quei delitti che sono ritenuti i possibili indicatori di una violenza di genere” perché “diretti contro una persona in quanto donna”. In questo caso, i numeri fanno riferimento ai soli primi sei mesi del 2024. E dicono che tra gennaio e giugno sono stati denunciati 8.592 atti persecutori, con il 74% di vittime donne. A questi si aggiungono 12.424 casi di maltrattamenti rivolti a familiari o conviventi, con l’81% di vittime donne, e 2.923 violenze sessuali. In quest’ultimo caso, il 91% delle vittime è di sesso femminile.
Rispetto al primo semestre dello scorso anno, gli atti persecutori sono calati dell’8%, le violenze sessuali del 2% e i maltrattamenti del 5%. Mentre l’incidenza di vittime donne è rimasta pressoché invariata. Detto che si tratta sempre di reati denunciati e che quindi è possibile è che a ridursi siano state solo le denunce, siamo comunque di fronte a dati non sufficienti per indicare una tendenza.
Il codice rosso
Un altro elemento per descrivere l’andamento delle forme di violenza sulle donne è dato dai reati introdotti dalla cosiddetta legge Codice rosso, la numero 69 del 2019. Ovvero il mancato rispetto dei provvedimenti di allontanamento e del divieto di avvicinamento, il revenge porn, la costrizione al matrimonio e la deformazione dell’aspetto mediante lesioni permanenti al viso.
Per quanto riguarda quest’ultimo reato, sono stati 40 gli episodi segnalati nel primo trimestre di quest’anno, contro i 44 dello stesso periodo del 2024. Anche in questo caso, vale la precisazione che non è possibile utilizzare due dati per indicare una tendenza. I casi di revenge porn sono passati da 620 a 698, mentre è più significativo l’incremento dei casi di violazione degli allontanamenti o dei divieti di avvicinamento, passati da 1.170 a 1.540 (+31,6%). Solo 13 i matrimoni combinati, contro i 9 del primo semestre 2023.
Il 1522 e i centri antiviolenza
Attivato nel 2006 dal Dipartimento per le pari opportunità, il 1522 è il numero gratuito disponibile 7 giorni su 7 e 24 ore su 24. Un servizio nato per le donne vittime di violenza e che dal 2009 offre servizi anche alle vittime di stalking. E che, nel primo semestre del 2024, ha ricevuto poco meno di 33mila chiamate. Grazie ai dati pubblicati da Istat, Wired ha potuto costruire una mappa del ricorso a questo servizio nella mappa sottostante.
Nella mappa sono rappresentate le chiamate effettuate nel primo semestre 2024 ogni 10mila donne over 14 residenti nel territorio provinciale. La provincia con l’incidenza maggiore è quella di Ferrara (Emilia Romagna), con 33,8 chiamate ogni 10mila donne con più di 14 anni. Seguono, ma a distanza, Roma (Lazio) con 13,8 e Cagliari (Sardegna) con 13,2. Quella con meno telefonate è invece Enna (Sicilia) con appena 2,25. Oltre al numero 1522 è possibile anche rivolgersi a uno dei quasi 400 centri antivolenza convenzionati attivi sul territorio nazionale. A questo indirizzo è possibile consultare l’elenco di queste strutture.