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Dal 25 al 27 novembre scorsi Lucky Red aveva portato nelle sale Hayao Miyazaki e l’airone, un documentario girato durante i sette anni di lavorazione de Il ragazzo e l’airone, l’ultima pellicola animata realizzata dal grande maestro giapponese, un capolavoro vincitore del Premio Oscar per il quale lui stesso è tornato nuovamente dalla pensione con l’obiettivo di raccontare una storia ambiziosa, complessa e molto personale. Il reportage, che si sviluppa come un viaggio esclusivo nel processo produttivo e creativo dello Studio Ghibli, andando dietro le quinte non solo della realizzazione tecnica dell’opera ma anche delle relazioni tra i professionisti che ci hanno lavorato, avrà ora una nuova possibilità di raggiungere i tanti affezionati di questo genere e soprattutto del suo autore: dal 6 dicembre, infatti, sarà disponibile in streaming su Netflix in molti paesi al mondo tra cui anche l’Italia (negli Stati Uniti, invece, è presente sulla piattaforma di Warner, Max).
Diretto da Kaku Arakawa, che nel 2019 aveva già realizzato un documentario in quattro parti intitolato 10 Years with Hayao Miyazaki, il documentario premette di essere “un’immersione nella storica collaborazione di Miyazaki con il produttore Toshio Suzuki, una sorta di danza tra inganni e amicizia”, si legge nella sinossi ufficiale. Nasce così un parallelismo che rispecchia quella di Mahito e l’airone, con Suzuki che stimola Miyazaki a spingersi sempre più in là nella sua creatività, arrivando alla creazione di un capolavoro senza precedenti. Chi avrà visto Il ragazzo e l’airone (già disponibile anch’esso su Netflix così come l’interezza del catalogo di Miyazaki) ricorderà infatti la storia struggente e stratificata del giovane Mahito il quale, dopo aver perso la madre, si trasferisce in un villaggio di campagna in cui scopre un misterioso accesso a un mondo tanto incantato quanto minaccioso; sarà proprio la guida, prima ambigua e poi fondamentale, di un uomo travestito da airone a fargli scoprire una direzione inaspettata.
La pellicola rappresenta appunto il ritorno di Miyazaki al lavoro dopo che nel 2013, in seguito a un altro film capolavoro come Si alza il vento, aveva deciso di ritirarsi per via dell’età avanzata. Nel 2016, però, era stato annunciato un imprevisto cambio di rotta, con il Maestro impegnato a realizzare un’ennesima opera: la lavorazione è durata però sette anni, rallentata da diverse vicissitudini, tra cui la pandemia di Covid ma anche la volontà dell’artista stesso di rallentare il processo di animazione. A maggior ragione, Hayao Miyazaki e l’airone è interessante perché dà uno sguardo sul passato e sul futuro di questo regista visionario e sugli eventi e le persone che hanno influenzato umanamente e professionalmente la sua incomparabile carriera fino a questi ultimi anni.