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Il 16 novembre, undici giorni dopo le elezioni presidenziali negli Stati Uniti, una dozzina di neonazisti appartenenti a un gruppo chiamato Hate Club 1488 ha marciato senza problemi per le strade di Columbus, in Ohio, portando con sé bandiere con svastiche e scandendo insulti razzisti. Diversi leader a livello statale e nazionale, tra cui il presidente Joe Biden, hanno condannato l’evento, come anche leader locali e attivisti.
Nella stessa giornata, a circa 800 chilometri a sud, otto neonazisti a volto coperto provenienti da diversi gruppi si sono riuniti per una manifestazione stradale a Decatur, in Alabama, dove hanno brandito cartelli con slogan antisemiti, anti-immigrati e razzisti.
Il corteo di Decatur non ha ricevuto alcuna attenzione mediatica, né tantomeno una condanna da parte del presidente americano. Ma secondo i ricercatori specializzati, entrambi i raduni fanno parte di un trend preoccupante che vede manifestanti all’insegna dell’odio di estrema destra fare un ricorso esplicito all’immaginario e alla simbologia nazisti.
Un fenomeno in crescita
Wired US ha raccolto da media locali e social media le segnalazioni di manifestazioni neonaziste organizzate quest’anno negli Stati Uniti, arrivando a un totale 34 distribuite su 16 stati, rispetto alle 30 del 2023, alle 22 del 2022 e alle 4 del 2021. Secondo gli esperti, eventi di questo tipo sono così frequenti da rischiano di essere normalizzzate.
Nonostante tendano a stare lontani dalla politica tradizionale, i gruppi neonazisti più radicali negli Stati Uniti vedono nel presidente eletto Donald Trump e nel suo secondo mandato imminente in un’opportunità. Il leader dei Blood tribe Christopher Pohlhaus, noto come Hammer, ha celebrato la vittoria di Trump dopo le elezioni in un post su Telegram: “Grazie Trump – ha scritto –. La benzina meno cara renderà più facile diffondere il potere bianco in tutto il paese“.
A qualche giorno di distanza dalle elezioni, un gruppo di neonazisti si è riunito fuori da un teatro a Howell, in Michigan, dove era in corso una rappresentazione del Diario di Anna Frank , per scandire insulti antisemiti. Secondo le cronache, i militanti hanno intonato il coro “Heil Hitler, heil Trump“.