martedì, Gennaio 14, 2025

Corea del Nord, i soldati spediti in Ucraina sono carne da macello per i droni

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La guerra in Ucraina è una tragedia senza fine. Le forze speciali di Zelensky hanno trovato sul corpo di un soldato nordcoreano un taccuino che rivela le primitive tattiche anti-drone usate dalle truppe di Kim Jong-un. Il documento è stato recuperato nella regione di confine russa di Kursk, dove le forze di Pyongyang combattono a fianco dell’esercito di Mosca in quello che si sta rivelando essere un massacro sistematico. Le forze di Kyiv controllano già diverse centinaia di chilometri quadrati dall’assalto dell’agosto 2024. Secondo i servizi segreti ucraini, circa 50 soldati nordcoreani sono stati uccisi solo la scorsa settimana negli attacchi dei droni, in una guerra che vede il contrasto stridente tra l’alta tecnologia occidentale e le tattiche primitive di un esercito ancora fermo a mezzo secolo fa. Forse di più.

Nel taccuino del giovane soldato, diffuso dalle forze speciali ucraine su Telegram, sono state trovate indicazioni dettagliate su come affrontare i droni nemici. La tecnica descritta prevede l’utilizzo di squadre da tre persone, con un soldato che funge da esca umana per attirare il drone, mentre gli altri due si preparano a colpire da una distanza di sicurezza. “Quando la persona che attira il drone si ferma, anche il drone si fermerà, rendendo possibile per i due mirare e abbatterlo”, si legge nelle note ritrovate sul corpo del militare, si legge nel taccuino.

Gli appunti del sergente Jong

Jong Kyong Hong, sergente maggiore delle forze speciali nordcoreane di 27 anni, è stato identificato dopo il ritrovamento del suo corpo nella regione di Kursk. Il documento rivela il profilo di un giovane ufficiale dall’educazione privilegiata: “Sono cresciuto nel grembo di un partito benedetto, ho studiato a sazietà senza preoccuparmi di nulla in questo mondo”, scriveva in una lettera del 10 dicembre. Le note personali suggeriscono una carriera militare interrotta da una caduta in disgrazia. Nel taccuino, Jong ammetteva di aver “tradito il partito” e di aver “commesso peccati imperdonabili”, come riporta Abc News. La missione in Russia rappresentava per lui una possibilità di redenzione: “La mia patria mi ha dato una via per rinascere, per un nuovo inizio nella vita”.

L’ultima lettera era indirizzata a un commilitone, Song Ji Myong. “Mio più caro compagno d’armi”, gli scriveva, “che festeggi il tuo compleanno qui sulla terra russa, lontano dalla nostra amata Choson e dall’abbraccio del tuo affettuoso padre e madre”. Tra le pagine si alternano diagrammi di tecniche militari e riflessioni personali. L’ultima pagina si chiudeva con una speranza mai realizzata: “Quando vinceremo la guerra e torneremo in patria, presenterò una petizione al partito”.

Il prezzo umano della guerra tecnologica

Le perdite tra le truppe nordcoreane hanno raggiunto livelli drammatici: su circa 12mila soldati inviati in Russia da agosto, oltre 3mila sarebbero stati uccisi o feriti solo nella regione di Kursk, secondo i dati dell’intelligence sudcoreana riportati da Abc News. Le truppe di Pyongyang vengono impiegate principalmente in “assalti di massa appiedati”, una tattica che il portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale americano ha definito come “ondate umane”, risultate finora inefficaci e mortali per i soldati nordcoreani.

Federico Borsari, analista del Center for European Policy Analysis ha spiegato a Radio Free Asia che i soldati di Pyongyang sono diventati bersagli privilegiati per i droni ucraini, che li individuano facilmente grazie ai sensori termici, soprattutto in presenza di neve. Molti di loro vengono abbattuti mentre cercano di nascondersi tra la vegetazione o dietro linee di alberi spogli.

Il portavoce dell’intelligence militare ucraina Yevgen Yerin ha dichiarato all’agenzia Afp che i nordcoreani stanno pagando un prezzo altissimo per la loro inesperienza nel combattimento moderno. “Il coinvolgimento dei nordcoreani nei combattimenti non ha avuto un impatto significativo sulla situazione”, ha spiegato Yerin, aggiungendo che le truppe russe si lamentano dell’ignoranza dei soldati di Kim nell’uso dei droni, considerandoli un “peso” per le operazioni. La situazione sul campo è così critica che, secondo John Kirby, portavoce del Consiglio per la Sicurezza Nazionale americano, alcuni soldati nordcoreani si sono suicidati per evitare la cattura, nel timore di rappresaglie contro le loro famiglie in patria.

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