sabato, Febbraio 15, 2025

Meta licenzierà il 5% dei suoi dipendenti

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Meta sembra decisa a rimanere al centro del dibattito. Questa volta il gigante fa discutere per l’annuncio di licenziamenti imminenti e per un’intervista concessa dall’amministratore delegato d Mark Zuckerberg a Joe Rogan, conduttore di uno dei podcast più popolari negli Stati Uniti.

Il fondatore di Facebook, ospite dell’ultima puntata del Joe Rogan Experience, ha dichiarato che le aziende sono “culturalmente castrate” e che dovrebbero avere più “energia maschile, invocando inoltre una maggiore aggressività.

L’energia maschile è una cosa buona. E ovviamente ce n’è molta nella società, ma credo che la cultura aziendale stia davvero cercando di allontanarsene – ha spiegato Zuckerberg a Rogan –. Penso che avere una cultura che celebra un po’ di più l’aggressività abbia i suoi meriti“.

Una cosa è dire che vogliamo essere accoglienti e creare un buon ambiente per tutti, un’altra è dire che la mascolinità è cattiva“, ha aggiunto il boss di Meta, che nel corso nell’episodio ha anche attribuito alle arti marziali il merito di averlo aiutato a ridefinire il suo rapporto con la mascolinità e raccontato a Rogan che passare il tempo con amici che “si picchiavano a vicenda è stata una “esperienza positiva“.

La svolta di Meta

Al di là delle dichiarazioni dell’ad – che come prevedibile hanno generato molte polemiche – negli ultimi giorni il riposizionamento del colosso in vista dell’imminente ritorno alla presidenza di Donald Trump negli Stati Uniti è stato anticipato da alcune mosse molto concrete, prima tra tutte la decisione di abbandonare il fact-checking negli Stati Uniti per scongiurare la presunta censura dei contenuti e ovviare alla supposta faziosità dei moderatori, optando per un modello che ricalca le Community notes di X.

A stretto giro, Meta ha anche annunciato lo stop alla cosiddetta Dei (diversity, equity and inclusion), i programmi interni finalizzati a promuovere la diversità e aumentare l’inclusione e l’equità tra i dipendenti.

L’espressione Dei è diventata divisiva, in parte perché in alcuni casi è interpretata come una pratica che suggerisce un trattamento preferenziale di alcuni gruppi rispetto ad altri“, ha spiegato l’azienda in una nota interna pubblicata dal New York Times e da Axios, giustificando la decisione con un cambiamento nel “panorama legale“, un riferimento specifico a una sentenza della Corte suprema americana contro la politica della discriminazione positiva (affirmative action) nei campus universitari del paese.

I nuovi licenziamenti

Con la nuova direzione aziendale, Meta ha anche fatto sapere che licenzierà il 5% dei suoi dipendenti a livello globale. Anche in questo caso, la notizia arriva da una nota interna diffusa da Zuckerberg, che ha comunicato al personale di aver “deciso di alzare l’asticella sul fronte della gestione delle prestazionitagliando “i dipendenti meno performanti.

L’ad ha spiegato che i lavoratori coinvolti negli Stati Uniti saranno avvisati entro il 10 febbraio e che l’azienda “riempirà” le posizioni lasciate scoperte più avanti nel corso dell’anno. Meta, che attualmente impiega circa 72mila persone in tutto il mondo, non ha indicato come saranno distribuiti i tagli a livello geografico. “Questo sarà un anno intenso e voglio essere sicuro di avere le persone migliori nei nostri team”, ha scritto Zuckerberg.

Gli ultimi licenziamenti di massa decisi da Meta risalgono al 2023, quando l’azienda ha eliminato circa 10mila posizioni nell’ambito del tentativo di ridurre i costi. Nel 2022, l’azienda aveva operato invece i suoi primi tagli di massa al personale, che avevano coinvolto circa 11mila dipendenti.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.

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