venerdì, Febbraio 7, 2025

El Salvador e bitcoin, fine di un'epoca. Il paese sudamericano ha abbandonato la criptovaluta come moneta legale in cambio di un prestito

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A El Salvador i bitcoin non hanno mai sfondato. E così, il paese – alla prese con una situazione economica precaria – volta le spalle alla criptovaluta dopo meno di quattro anni dall’esperimento che aveva fatto storia. Il parlamento salvadoriano ha approvato una riforma della legge sul bitcoin che ne revoca lo status di valuta legale, cedendo alle pressioni del Fondo monetario internazionale in cambio di un prestito da 1,4 miliardi di dollari. La decisione è stata presa mercoledì 29 gennaio 2025 dall’Assemblea legislativa, controllata dal partito del presidente Nayib Bukele, che nel 2021 aveva fortemente voluto l’adozione della criptovaluta nonostante l’opposizione del 71% della popolazione. “Il bitcoin non ha avuto l’adozione che speravamo”, ha ammesso lo stesso Bukele in una recente intervista alla rivista Time, citata dalla BBC. I dati mostrano che dopo un anno dall’introduzione solo il 21% della popolazione utilizzava il portafoglio digitale, percentuale crollata all’8,1% nel 2024.

La nuova legge

L’Assemblea legislativa ha approvato una riforma che modifica sei articoli ed elimina tre punti della legge originale del 2021, che aveva reso la criptovaluta una moneta a tutti gli effetti. Infatti, il sistema vigente nel paese permetteva ai cittadini di pagare tasse e debiti in bitcoin, con lo Stato che garantiva la conversione immediata tra bitcoin e dollari: chi riceveva un pagamento in bitcoin poteva così convertirlo istantaneamente in dollari e viceversa. Con la nuova riforma, però, tutto questo sistema viene smantellato. A El Salvador il bitcoin non sarà più una moneta da accettare obbligatoriamente per i pagamenti quotidiani e lo Stato non garantirà più la conversione automatica con i dollari. Al tempo stesso, tuttavia, il governo manterrà il bitcoin come investimento pubblico: l’Ufficio Nazionale Bitcoin ha infatti affermato che il paese detiene una riserva di 6.049,18 bitcoin, equivalenti a circa 637,3 milioni di dollari, che intende incrementare.

Le ragioni dell’esperimento

Prima del 2021, El Salvador utilizzava esclusivamente il dollaro americano come valuta ufficiale, una situazione che privava il paese della sovranità monetaria. Questo significava che il paese centroamericano non aveva alcun controllo sulla politica monetaria nazionale, che dipendeva interamente dalle decisioni della Federal Reserve americana. L’introduzione del bitcoin come valuta legale rispondeva perciò a tre obiettivi principali: ridurre la dipendenza dalla Fed, abbattere i costi delle rimesse eliminando le commissioni degli intermediari tradizionali e attrarre investimenti nel settore cripto.

Per sostenere questa visione, il governo aveva investito oltre 200 milioni di dollari nell’infrastruttura necessaria, installando bancomat dedicati in tutto il paese e creando il portafoglio digitale nazionale Chivo. Come incentivo, il governo ha anche offerto un bonus di trenta dollari a ogni cittadino che installasse l’app sul proprio telefono. L’amministrazione Bukele ha mantenuto la massima riservatezza sulle operazioni legate al bitcoin. “Tutta la informazione relativa al bitcoin in El Salvador è stata dichiarata riservata fin dall’implementazione della legge”, riporta El Pais. Le uniche informazioni ufficiali provenivano dai tweet del presidente, che arrivò a dichiarare di fare acquisti di bitcoin dal suo telefono personale persino quando si trovava in bagno.

Il fallimento e le conseguenze

Il progetto, tuttavia, non ha mai raggiunto gli obiettivi sperati. L’iniziativa è stata segnata da diversi scandali che hanno comportato un crollo di utilizzatori nell’ultimo anno: i media locali hanno documentato casi di corruzione legati alla duplicazione di utenti per riscuotere più volte il bonus, violazioni delle normative anti-riciclaggio e una falla nel sistema che ha permesso il furto di 840.000 dollari.

La situazione economica del paese resta critica. El Salvador è stata l’economia con la crescita più bassa della regione per il quinto anno consecutivo, con un deficit della bilancia commerciale di oltre 8 miliardi di dollari nel 202. Il 52% della popolazione (3,3 milioni di persone) vive in condizioni di stress alimentare, tanto che la Fao ha incluso il paese tra quelli da monitorare per il rischio fame. L’unico sostegno significativo all’economia rimangono le rimesse degli emigrati, che nei primi sette mesi del 2024 hanno raggiunto i 4,756 miliardi di dollari: dimostrando che l’obiettivo di ridurre i costi delle transazioni attraverso il bitcoin non è stato raggiunto.

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