venerdì, Febbraio 7, 2025

Nelle carceri degli Stati Uniti ci finisce sempre più spesso chi non ha potuto studiare

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Nelle carceri degli Stati Uniti stanno cambiando le disuguaglianze nella popolazione condannata a scontare pene detentive. E la differenza, rispetto al passato, è profonda. Secondo i dati di una ricerca pubblicata sulla rivista scientifica Proceeding of the National Academy of Science (Pnas), oggi è il grado di istruzione il parametro che descrive la parabola che conduce all’ingresso in prigione.

Christopher Muller (sociologo dell’università di Harvard), e Alexander F. Roehrkasse (dell’università di Indianapolis e del National Data Archive on Child Abuse and Neglect), hanno analizzato i dati relativi a 10.935.467 condanne carcerarie per il periodo 1984-2019 ottenuti dal Bureau of Justice Statistics, l’ufficio statistico del Dipartimento di Giustizia americano, da cui hanno ricavato il tasso annuale di ammissione nelle carceri statali per i reati legati alla droga, contro la proprietà e per i reati di violenza.

I ricercatori hanno confrontato i dati relativi al background etnico – nero, ispanico o bianco – con quelli del livello di istruzione delle persone avviate al carcere, ovvero l’avere o meno frequentato o ottenuto un titolo di studio in un college. A differenza del tasso di incarcerazione, che fotografa il numero di persone condannate a più di un anno di carcere ogni 100mila abitanti in un determinato arco temporale, il tasso di ammissione in carcere tiene conto del numero di persone che entrano annualmente nelle prigioni statali, delle tipologie di reato e della situazione socio-economica dei detenuti, registrando così i cambiamenti che avvengono nel corso del tempo.

I risultati dello studio americano

Lo studio evidenzia come nell’arco di quasi quarant’anni i reati di violenza abbiano sorpassato nettamente i reati per droga. Inoltre, se fino alla fine del Ventesimo secolo – fatto pari il livello di istruzione – la disuguaglianza etnica era molto marcata, dall’inizio del Duemila fino al 2019 diminuiscono le detenzioni di persone nere per reati di droga mentre aumentano di sei volte quelle di persone bianche con bassi livelli di istruzione per tutti i tipi di reato. L’analisi non tiene conto del periodo pandemico, nel corso del quale la disuguaglianza etnica nelle carceri è aumentata, così come i crimini violenti.

Se l’analisi mostra come l’impatto della “War on drugs” sia stata una diminuzione delle incarcerazioni di neri senza istruzione e della discriminazione etnica nelle carceri, nel frattempo l’ammissione di bianchi senza istruzione superiore è aumentata drammaticamente” affermano gli autori nello studio. Un cambio drastico nella composizione etnica ed educativa dei detenuti, che riflette quello delle possibilità di istruzione all’interno della società americana.

I cambiamenti nella popolazione carceraria riflettono quelli sociali

Da dove ha origine questo cambiamento? “Non siamo in grado di dire le cause di questo aumento spiega a Wired Christopher Muller, “ma è impressionante come i nostri risultati rispecchino l’andamento dell’aspettativa di vita e della mobilità sociale intergenerazionale. Per esempio, una recente ricerca dell’Harvard’s Opportunity Insight mostra come le prospettive economiche degli americani neri nati poveri siano migliorate, mentre sono peggiorate per i bianchi nati poveri”.

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