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In paesi come lo Zambia, la Nigeria, Haiti e il Mozambico,i dispositivi medici – come i farmaci antiretrovirali per il trattamento dell’Hiv, la profilassi pre-esposizione e i preservativi che possono prevenire la trasmissione dell’Aids – sono al momento in un limbo, riporta lo stesso operatore che ha segnalato il drastico aumento di bambini affetti da Hiv. Gli aiuti non possono arrivare a destinazione perché gli operatori dello Usaid che si occupano della logistica sono stati messi in congedo amministrativo.
“Quando un bambino nasce, si fa un test diagnostico precoce e se risulta positivo si possono somministrare retrovirali. Ma questo non si può fare se non si hanno retrovirali – racconta l’operatore –. È un disastro assoluto“.
Ad Haiti, un altro operatore umanitario ha confermato che i farmaci contro l’Hiv/Aids forniti dallo Usaid sono inaccessibili. “Non possiamo toccare i farmaci – dice –. È tutto in pausa“. La fonte ha aggiunto che da giorni nessuno all’agenzia risponde alle sue telefonate.
“L’amministrazione Trump sta giocando con la vita di decine di milioni di persone e Haiti è solo un esempio nel nostro emisfero“, afferma Asia Russell, direttore esecutivo del gruppo internazionale di contrasto all’HIV Health Gap.
Sebbene il Pepfar sia il più noto programma sull’Hiv/Aids dall’Usaid, l’agenzia ha una serie di altri progetti che si occupano del tema. Ma uo degli attuali operatori dell’agenzia, che si concentra sui contraccettivi destinati principalmente alle donne dell’Africa subsahariana, afferma che anche il suo lavoro è stato interrotto. Ai membri del suo team è stato bruscamente tagliato l’accesso alla email di lavoro. “Non avevamo ancora fatto richiesta di una deroga umanitaria – racconta –. Non abbiamo nemmeno un modo per contattare il reparto it“.
Il 3 febbraio alcuni parlamentari del Partito democratico e decine di dipendenti dello Usaid hanno protestato davanti al Ronald Reagan building di Washington, sede dell’ente, dopo che si erano visti negare l’accesso agli uffici. “Questa interferenza illegale e incostituzionale con i poteri del Congresso sta minacciando vite in tutto il mondo“, ha dichiarato il deputato del Maryland Jamie Raskin.
Un attuale dipendente dello Usaid ha condiviso con Wired un’email ricevuta dall’agenzia nella serata del 3 febbraio, in cui si informa che gli uffici dell’organizzazione a Washington sarebbero rimasti chiusi anche nella giornata successiva. “Continueremo a fornire ulteriori aggiornamenti non appena saranno disponibili – si legge nella comunicazione –. Grazie per la vostra collaborazione“.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.