martedì, Aprile 22, 2025

Auto elettrica, perché non esiste ancora un mercato dell'usato?

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Il 2024 non è stato un anno molto felice per l’auto elettrica nell’Unione europea: si è chiuso con 1,4 milioni di immatricolazioni, meno degli 1,5 milioni del 2023, e con una quota di mercato calata al 13,6%. Alle ibride plug-in, che rientrano nel termine ombrello electric vehicles, è andata peggio, dato che le vendite sono diminuite di quasi sette punti percentuali. In Italia la situazione è stata coerente con il quadro regionale e le auto elettriche “pure” sono arretrate del 2% su base annua, stando alle stime di Motus-E.

Gli ostacoli principali alla diffusione dei veicoli elettrici sono due: l’infrastruttura di ricarica, spesso percepita come inadeguata; e soprattutto il prezzo, generalmente più alto rispetto ai modelli equivalenti con motore termico. “In realtà, il problema dei prezzi delle automobili elettriche non è tanto nel segmento ‘premium’, che ormai è paragonabile al corrispettivo termico. Il problema è piuttosto nei segmenti ‘bassi’, che rappresentano oltre l’80% del venduto in Italia”, ha detto a Wired Alessandro Abbotto, professore di Chimica all’università di Milano-Bicocca e autore di La mobilità elettrica. Storia, tecnologia, futuro.

Nei segmenti bassi ci sono delle auto elettriche a partire da 20mila euro: è inaccettabile, considerato che si trovano delle ibride a circa 10mila euro. È chiaro che il comune cittadino, nel momento in cui deve acquistare una macchina in questi segmenti, mette a confronto i prezzi e capisce che non si può permettere un’elettrica”, prosegue il professore. “Fino a quando non diminuiranno i prezzi dei segmenti bassi e non aumenterà l’offerta, il problema delle vendite delle auto elettriche rimarrà. Le case produttrici devono mettere sul mercato dei modelli che siano competitivi anche senza incentivi”.

Auto elettrica, il problema dell’usato

In attesa, dunque, che aumenti l’offerta di vetture entry level, abbordabili per il consumatore medio, ad oggi la domanda di auto a batteria è legata alla presenza di bonus all’acquisto. È vero che le elettriche, se confrontate con le endotermiche, hanno un costo di utilizzo inferiore grazie alla loro efficienza energetica e alla ridotta presenza di parti mobili e di fluidi, che fa scendere le spese di manutenzione; ma il prezzo iniziale, cioè la somma che si versa al concessionario, tende a oscurare i potenziali risparmi nel tempo.

La rivoluzione di massa della mobilità elettrica è frenata anche dall’acerbità del mercato dell’usato. C’entra il fatto che mentre un’auto termica di seconda mano è relativamente semplice da valutare (si guardano l’età e il chilometraggio), con un’elettrica le cose si fanno più complicate: bisognerebbe diffondere un test standardizzato per certificare le prestazioni della batteria, il componente critico.

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