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Nel vasto oceano di periferiche e componenti che possono migliorare l’esperienza d’uso di un computer, le schede audio sono spesso sottovalutate. Forse perché normalmente invisibili, o forse perché tutti abbiamo imparato ad accontentarci di quel che esce dalle cuffiette dello smartphone. Ma appena si alza un po’ l’asticella — che si tratti di ascolto musicale, registrazione audio, podcasting, gaming o produzione video — il limite si fa sentire. Letteralmente. Il suono perde corposità, si intorbidisce, e ogni piccola interferenza elettronica diventa evidente. A quel questo il sospetto sorge inevitabile: non è che la colpa è della scheda audio integrata? Spoiler: quasi sempre sì. E no, non si tratta di una semplice fissazione da audiofili con le orecchie bioniche. Una buona scheda audio fa la differenza anche per chi vuole suonare meglio, registrare meglio, o semplicemente ascoltare meglio. Ma prima di aprire il portafoglio, vale la pena chiedersi: a chi serve davvero una scheda audio dedicata?
A chi serve una scheda audio?
Cominciamo con una verità da sottolineare tre volte in rosso (o meglio, in questo caso evidenziare in grassetto): non tutti hanno bisogno di una scheda audio dedicata. Chi usa il computer per guardare Netflix, partecipare a call su Zoom o ascoltare Spotify con le cuffie bluetooth mentre lavora, probabilmente può anche farne a meno, dato che le schede audio integrate delle moderne motherboard sono più che sufficienti per l’ascolto quotidiano. La situazione cambia però sensibilmente per chi rientra anche solo in uno dei seguenti scenari:
1. Musicisti e home recording.
Per chi suona uno strumento e registra in casa, una scheda audio esterna non è solo utile, è necessaria. Le interfacce audio (questo il loro nome tecnico) permettono di collegare microfoni xlr, strumenti musicali come chitarre e tastiere, e offrono una qualità di conversione da analogico a digitale nettamente superiore rispetto alla classica presa jack del pc. Il risultato? Audio più pulito, latenza ridotta, più controllo su gain e monitoraggio. Tutto questo, senza dover spendere una fortuna: con meno di 100 euro si possono trovare soluzioni che fanno esattamente quello che serve a un musicista in erba.
2. Podcaster, streamer, content creator e videomaker.
Anche chi registra la voce — per un podcast, una live su Twitch, un voiceover per YouTube — ha tutto da guadagnare da una scheda audio esterna. A patto che usi un microfono xlr (non usb), l’interfaccia diventa il punto centrale della catena audio. Una buona scheda consente di regolare il guadagno in modo preciso, monitorare la propria voce in tempo reale (senza ritardi) e offre spesso funzioni utili per mixare più sorgenti (gioco + musica + voce, ad esempio) durante una diretta.