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Come promesso dopo lo Special di Natale, eccoci qui a tirare le somme di questa seconda stagione del serial Sense8, ideato e diretto dal duo fratello/sorella Wachowski che avevano diretto insieme la prima serie. Ora diventato un duo sorella/sorella, i Wachowski si sono momentaneamente divisi e questa seconda stagione è stata diretta solo da Lana.
Diciamo subito che la prima stagione era stata una piacevole sorpresa, una serie originale e diversa che seguiva otto personaggi sparsi in giro per il pianeta che scoprono di essere connessi da un’empatia telepatica. Abbiamo poi imparato che erano parte di un Cluster e che c’erano anche dei ‘cattivi’ guidati da un certo Wisper. La storia era realmente così semplice e quasi tutta la prima serie era stata spesa per ‘costruire’ e definire gli otto personaggi. Nonostante la povertà (e incomprensibilità) dell’intreccio, la serie era riuscita ad essere appassionante, coinvolgente e mozzafiato. L’impressione alla fine della prima stagione era stata molto positiva, ma con la riserva che la seconda stagione non l’avrebbe fatta franca senza una storia di fondo plausibile e meno fumosa.
Prima le buone o le cattive notizie? Partiamo dalle buone. Posso dire ora che mi sbagliavo. Sense8 2 non è migliorata molto in termini di chiarezza o nella creazione di una soddisfacente e ben orchestrata trama-madre. Si apprende qualcosa sull’origine e sulla storia più antica dei Sensienti e sull’organizzazione che li vuole intrappolare, la BPO (Biological Preservation Organization), ma non di più. Nonostante questo però, la serie riesce ad essere anche più appassionante della prima stagione grazie alle storie degli otto protagonisti che si sviluppano e prendono vita propria, sia intersecandosi sempre più spesso, sia approfondendo le storie personali degli otto. Cercando di non rivelare spoiler, ecco un paio di punti di nota della seconda stagione.
Gli Altri (con la maiuscola). È interessante vedere come in questa stagione siano stati aggiunti dei nuovi personaggi collaterali. Man mano che la serie procede scopriamo che nel mondo esistono altri Cluster, altri gruppi connessi da grande empatia, non tutti però così ‘simpatici’ come i Nostri e non manca uno spettacolare confronto a mani nude con un altro gruppo. Inoltre in questa stagione si rafforzano i legami con i personaggi veramente significativi che gravitano intorno ai Sensienti ma che sono semplici umani. A partire da Amanita, la compagna di Nomi che per prima aveva creduto incondizionatamente all’esistenza degli altri fratelli, a cui si aggiunge lo sgangherato hacker Bug, poi Hernando e Daniela, rispettivamente il partner di Lito e l’amica del cuore della coppia che formano un nucleo famigliare alternativo (in questo ramo infatti l’incomprensione delle famiglie è una costante) e ancora, la compagna di cella di Sun (la gran dama del cinema coreano Youn Yuh-jung) e l’amico d’infanzia del berlinese Wolfgang. Tutti umani che però riescono a credere all’esistenza degli altri Sensienti e della loro intesa telepatica anche senza vederli. E proprio questi umani sono il gancio con lo spettatore. A differenza dei film o serie che ritraggono dei super eroi a cui è difficile ambire o paragonarsi, qui noi umani, grazie all’amore in qualsiasi sua declinazione, possiamo aspirare a essere protagonisti e parte del branco. Con una mossa intelligente e astuta la serie assurge a vera e propria ode all’empatia e ai suoi poteri.
Per concludere, se vi è piaciuta la prima stagione, la seconda va sicuramente vista e assaporata, ma se non vi eravate appassionati prima, difficilmente potreste farlo ora. Sense8 è un serial senza mezzi termini e con un approccio che può alienare alcuni, ma con il merito di essere molto originale e multicolore.