venerdì, Settembre 5, 2025

Meizu Pro 6 Plus, la prova

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Un phablet di qualità con elevata autonomia e un bel display capace di competere con avversari più costosi. Peccato per la personalizzazione del sistema operativo

Prezzo: 549 euro | Voto: 7,5 | Maggiori informazioni: Meizu

Un phablet di lusso al prezzo di uno smartphone di fascia medio alta: è la scommessa di Meizu, che sul suo Pro 6 Plus infila un display di alta qualità, un processore che ha fatto faville sul miglior smartphone Android dell’anno scorso e tante altre chicche. Il telefono che ne risulta è un prodotto sulla carta molto allettante, ma che anche a causa di un software ancora da sistemare potrebbe incontrare qualche difficoltà a piacere al grande pubblico.

Meizu Pro 6 Plus è caratterizzato da una scocca completamente metallica che si unisce direttamente con un pannello frontale leggermente curvo. Gli spigoli sono smussati, gli angoli stondati: le curve dominano il look pregiato del dispositivo, che alla vista è armonioso ma in mano è impegnativo. Meizu Pro 6 in effetti misura 155,6 x 77,3 x 7,3 millimetri: meno di un iPhone 7 Plus per un display più grande e definito, ma comunque troppi per poterlo usare con una mano sola.

Molto buone la qualità costruttiva e la resistenza del telefono, che non scricchiola in nessuna condizione, mentre manca purtroppo ogni tipo di resistenza all’acqua, caratteristica che ormai appartiene alla maggior parte dei dispositivi di fascia alta che Meizu vorrebbe aggredire con Pro 6 Plus.

Meizu Pro 6 Plus (Foto: Lorenzo Longhitano)(Foto: Lorenzo Longhitano)

Il display Super AMOLED è una delle caratteristiche di punta: dotato di una diagonale di 5,7 pollici e di una risoluzione di 2560 x 1440 pixel, il pannello a bordo di Meizu Pro 6 Plus è incredibilmente definito e vivace nella riproduzione dei colori, le cui tonalità restano fedeli anche quando il pannello viene osservato da angolazioni poco convenzionali; a questo si sposa una luminosità massima fuori dal comune, che rende i contenuti visibili anche all’aperto, a meno di non avere contro la potenza diretta del sole di giugno.

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A bordo il telefono monta una versione di Android Marshmallow fortemente personalizzata dal produttore: come di consueto sui dispositivi Meizu, l’interfaccia utente Flyme trasforma il software Google tentando di semplificarlo dal punto di vista grafico e di arricchirlo da quello delle funzionalità aggiuntive. Ecco dunque che su Meizu Pro 6 spariscono il cassetto delle applicazioni ma soprattutto i servizi e le app Google, che vanno caricati manualmente prima di poter usare Gmail e accedere a Play Store e altre amenità.

In cambio, sul telefono appaiono una pletora di opzioni extra: alcune utili, altre meno. Tra le prime trovano posto i superpoteri conferiti al pulsante home. Il tasto fisico, oltre a incorporare un sensore per le impronte digitali e a riportare alla schermata iniziale, può essere sfiorato velocemente per tornare indietro di un livello o tenuto premuto per spegnere il display; in questo modo il pollice ha un solo punto dove tornare e la navigazione tra i menu del telefono si fa più spedita. Valide anche le gesture, che dallo standby permettono di avviare immediatamente determinate applicazioni o riattivare il display con un semplice doppio tap, e la possibilità di programmare accensione e spegnimento del gadget. Più dubbia invece l’utilità del 3D Touch, che funziona solamente con alcune delle app realizzate dal produttore.

Il sistema è spinto da una piattaforma hardware di alto livello: il processore octa-core Exynos 8890 è lo stesso che Samsung ha utilizzato sul suo Galaxy S7, e qui è accompagnato da 4 GB di RAM e da 64 GB dedicati allo stoccaggio. Le app si aprono sempre istantaneamente e le transizioni grafiche non lasciano trasparire problemi neanche quando Pro 6 Plus viene messo sotto stress. Anche i videogiochi più pesanti si comportano bene e la temperatura del gadget non supera mai i livelli di guardia, mentre la batteria da 3400 mAh riesce a garantire fino a due giorni di utilizzo leggero e comunque una giornata intera di uso più intenso.

Meizu Pro 6 Plus (Foto: Lorenzo Longhitano)(Foto: Lorenzo Longhitano)

Chiude il cerchio un comparto fotografico più che soddisfacente, composto da una fotocamera anteriore da 5 megapixel e da un sensore principale da 12, accompagnato da un obiettivo f/2.0 stabilizzato otticamente e da un potente flash ad anello a 10 LED. Buona la qualità degli scatti diurni, nei quali i dettagli sono definiti e la gamma dinamica ampia, mentre in condizioni di luce poco favorevoli la bontà media delle foto si abbassa sensibilmente: lo stabilizzatore ottico che dovrebbe aiutare a tenere più aperto l’otturatore in penombra sembra servire più alla ripresa di video privi di tremori.

Meizu Pro 6 Plus in sostanza è un phablet di qualità, capace di competere sotto molti aspetti anche con avversari di 100 o 200 euro più costosi. L’elevata autonomia lo rende affidabile sul lavoro, ma anche per il gioco o per la visione di film e serie tv è una delizia. A frenare il potenziale successo del dispositivo sono due fattori: un’interfaccia utente che può spiazzare i normali utilizzatori di Android e la presenza di avversari che propongono una formula simile a quella del phablet cinese ma sono posizionati sul mercato in modo più aggressivo.

Wired
Chip dedicato per l’audio ad alta risoluzione. Elevata autonomia. Display di alta qualità. Processore scattante.

Tired
Niente slot di espansione per schede microSD. Il lettore di impronte a volte chiede un tentativo in più per lo sblocco.

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