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Second life e riciclo delle batterie. Si tratta di tematiche estremamente attuali. Con la crescita della mobilità elettrica e quindi con il progressivo aumento della produzione delle batterie, sempre di più si parla di come si gestiranno gli accumulatori delle vetture una volta che avranno concluso il loro ciclo di vita. Se da una parte stanno nascendo aziende che intendono occuparsi della possibilità di riciclare le batterie, in modo da poter recuperare le materie prime più importanti da riutilizzare per la produzione di nuove celle, dall'altra si sta lavorando anche per dare una seconda vita agli accumulatori.
Infatti, se ancora in buono stato, questi possono essere sfruttati a lungo in altri ambiti, come in quello dei sistemi di accumulo, dove lo stress di utilizzo è sensibilmente inferiore a quello nelle auto elettriche. Di queste ed altre tematiche abbiamo parlato con Alberto Stecca, CEO e co-fondatore di Silla Industries, startup italiana attiva nel settore delle e-mobility. L'azienda ha sviluppato l'innovativa wallbox "Prism" che nasce con l'intento di essere connessa non solo alle tecnologie dell'IoT, ma anche agli impianti fotovoltaici e ai sistemi di accumulo domestici.
LA DURA VITA DELLA BATTERIA
La batteria all'interno di un'auto elettrica è sottoposta a moltissime sollecitazioni. Come ci racconta Alberto Stecca, gli accumulatori affrontano centinaia di cicli parziali di carica e scarica all'anno. Inoltre, possono dover lavorare a temperature di esercizio particolarmente gravose.