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A pesare sulle trattative, nell’ultimo periodo, era stata soprattutto la posizione di Tirrenia in Amministrazione controllata, a cui la compagnia di Vincenzo Onorato deve ancora 180 milioni, dopo la sua fusione per incorporazione in Moby risalente ormai a diversi anni fa. Più possibilista, invece, a quanto trapelava delle trattative, l’attitudine della restante parte dei creditori, composta per la maggior parte dai principali istituti di credito italiani, in primis Bpm e Unicredit, nonché da una serie di obbligazionisti di origine internazionale riuniti in un comitato ad hoc.
“La famiglia Aponte e la famiglia Onorato sono felici di comunicare di aver raggiunto un’intesa finalizzata a un aumento di capitale in Moby s.p.a. da parte del gruppo Msc – si legge un una nota della compagnia di traghetti -. Quest’aumento di capitale è finalizzato a saldare Tirrenia in Amministrazione Straordinaria, per consentire l’immediato risanamento del gruppo Moby e nell’interesse dei suoi 6 mila lavoratori. Il gruppo Msc entrerà in Moby con una partecipazione di minoranza”. Non è questa naturalmente la prima escursione di Msc nel mondo dei traghetti, dato che come è noto il gruppo controllato dalla famiglia Aponte controlla anche il competitor Grandi Navi Veloci.