domenica, Giugno 1, 2025

I giocatori che sono passati alla storia perché ci hanno reso la vita un inferno

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Decidete voi: è più scioccante perdere in casa contro la Macedonia del Nord o non partecipare al Mondiale per la seconda edizione di fila? A ogni modo, le due cose sono indissolubilmente legate tra di loro: il ko contro i macedoni ci dice che per i Mondiali, se va bene, dovremo aspettare il 2026. Il 2026? Già: cioè, dodici anni dopo la nostra ultima partecipazione all’appuntamento calcistico più seguito e più importante al mondo. Quello del 2026, poi, sarà il primo Mondiale a cui accederanno 48 squadre anziché le attuali 32: alle Nazionali Uefa saranno assicurati tre posti in più rispetto ai tredici previsti oggi. Le possibilità di qualificazione, di conseguenza, aumenteranno. Magra consolazione.

Adesso è il momento di leccarsi le ferite e ripensare a quello che ha rappresentato la sconfitta contro la Macedonia del Nord: probabilmente, il punto più basso nella storia della Nazionale italiana. Soprattutto perché si tratta di un’uscita inaspettata: eravamo tutti proiettati al delicato incrocio contro il Portogallo per contendersi l’ultimo slot a disposizione, quella di Cristiano Ronaldo sì Nazionale temibile, e invece siamo scivolati sulla più classica delle bucce di banana contro la più classica delle cenerentole (sì, la Macedonia non ha mai partecipato a un Mondiale). 

Così il nome che echeggia come una presenza agghiacciante è quello di Aleksandar Trajkovski, il calciatore macedone che in pieno recupero ha infilzato dalla distanza il povero Donnarumma. Che scherzo del destino: Trajkovski, che oggi gioca in Arabia Saudita, segna nello stadio del Palermo, proprio quella che è stata la sua casa dal 2015 al 2019. Ma, tifosi rosanero a parte, in pochi si ricordavano di lui e del suo passaggio in Serie A: Trajkovski si aggiunge a quella lista, negli ultimi anni ahinoi infestata da perfetti carneadi, di giocatori che popolano gli incubi azzurri. Coloro che sono passati alla storia: per averci reso la vita calcistica un inferno.

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Pak Doo-ik

Non si può non cominciare da lui: l’archetipo degli antagonisti della storia della Nazionale italiana. 1966, Mondiali in Inghilterra: nel girone l’Italia aveva vinto la prima partita contro il Cile e poi perso contro l’Unione Sovietica. Ma niente drammi: bastava non perdere con la modesta Corea del Nord per continuare a cavalcare il sogno mondiale. Invece la squadra di Fabbri riesce a fare la frittata dando vita a una delle leggende alla rovescia più famose di sempre: Pak Doo-ik è il calciatore che ci condanna alla vergogna, e di lui si dice che fosse un semplice dentista, un amatore del pallone, che in generale i calciatori coreani erano lì per divertimento. In realtà Pak Doo-ik era calciatore a tutti gli effetti, ma quella voce che si sparse lungamente in Italia restituisce alla perfezione il clima surreale che accompagnò il ritorno degli azzurri in patria: sbarcati a Genova, furono accolti da un sonoro lancio di pomodori.

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