mercoledì, Settembre 10, 2025

Lega: si attacca persino a un party in piscina per fare propaganda

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Che la Lega abbia una vecchia e consolidata storia di propaganda prêt-à-porter non è certo una novità. Esponenti a diverso livello sono da tempo specializzati nell’individuare anche la più piccola e quasi sempre innocua iniziativa da adoperare a fini di polemica (pseudo)politica, di propaganda appunto, cavalcando niente meno che la vita delle persone per alimentare la propria macchina verso nemici nuovi e vecchi.

Stavolta è toccato a una festa in piscina (eh sì, anche i pool party estivi possono riservare ghiotte occasioni di pubblicità) riservata a sole donne musulmane, etichettata come un appuntamento segnato dalla “segregazione femminile” dall’eurodeputata leghista Isabella Tovaglieri, componente della commissione per i diritti delle donne e della parità di genere di Bruxelles. Che, ignorando del tutto gli estremi del piccolo evento di provincia in programma alle Piscine al gabbiano nella città brianzola di Limbiate, ha sparato a zero: “Non possiamo più accettare l’alibi della discriminazione e dell’integrazione difficile, quando sono gli stessi immigrati musulmani a volersi isolare dalla società in cui hanno scelto di vivere, perpetuando usi e costumi incompatibili con i nostri, che stridono con le conquiste e con i diritti faticosamente raggiunti dalle donne in Occidente“.

Il Bhaja Pool Party, questo il nome dell’evento, è stato annullato perché i gestori dell’acquapark devono essersi sentiti sotto pressione. Come dar loro torto: la Lega scatena queste crociate che si scaricano poi, nella sostanza, non solo sulle spalle di chi avrebbe potuto concedersi una giornata di riposo, dunque dei “nemici”, ma anche di chi ci finisce in mezzo suo malgrado. Così hanno spiegato, in modo naturalmente un po’ sgangherato, che “l’idea era nata dal semplice fatto di affittare la nostra location che è aperta a tutti a un privato, che può essere chiunque, italiano, straniero o di qualsiasi etnia e religione, che avrebbe poi invitato ospiti a sua scelta, in questo caso donne della medesima religione per trascorrere una giornata esclusiva. Ci teniamo a precisare che tramite la loro pubblicità sono stati travisati alcuni degli accordi verbali presi, non immaginavamo assolutamente tutte queste restrizioni che non sono in accordo con i nostri ideali, siamo persone che in primis tengono alla tutela e all’emancipazione delle donne. Avessimo saputo prima alcuni dettagli avremmo rifiutato subito la proposta in questione“. Perché mai, verrebbe da chiedersi: le donne partecipanti sono forse obbligate a partecipare? O spetta alle Piscine al gabbiano e alla Lega affrontare temi senz’altro complessi in un modo tanto volgare e opportunistico?

La replica più centrata, direi soprattutto politicamente, l’hanno probabilmente fornita gli stessi organizzatori della festa: “Complimenti per il grande spreco di risorse e per aver distolto l’opinione pubblica dai veri problemi del paese, per concentrarla su qualche decina di donne che andranno a nuotare”. Perché in definitiva questo è accaduto e di questo si parlava: della formidabile abilità – rodata da anni di strategie di questo tenore – di spostare continuamente l’attenzione, cambiare bersaglio (tornando però sempre ai soliti punti fermi) ed entrare a gamba tesa nella vita delle persone col solo obiettivo di gettare benzina sulla propria narrazione.

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