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Nella seconda annata li ritroviamo tagliati fuori dalle rispettive sedi centrali, quindi non più agenti del paradiso e dell’inferno: hanno solo l’un l’altro, è sempre stato un rapporto molto importante diventa essenziale per loro. La loro routine in un’Inghilterra accogliente e pittoresca è interrotta dall’arrivo di una vecchia conoscenza, l’arrogante e crudele arcangelo Gabriele; impersonato da un insopportabile Jon Hamm nella prima annata, viene reso innocentemente e petulante da una misteriosa amnesia. Ai due tocca proteggerlo da angeli e diavoli che gli danno la caccia, trovando il tempo per fare da cupido a due impacciate negozianti del vicinato e svelare di più del loro favolosa e biblica (no pun intended) amicizia risalente alle notte dei tempi. La seconda stagione, a differenza della prima, è meno epica, privata dell’atmosfera di urgenza e senso di pericolo da impellente fine del mondo. Le premesse dei nuovi episodi sono un mero espediente narrativo per regalare ai fan un altro po’ di tempo con Aziraphale e Crowley.
Jon Hamm (Gabriel), Michael Sheen (Aziraphale)Mark Mainz/Prime Video
Il destino di Gabriel è, in verità, irrilevante, il valore della serie risiede tutto nel suo essere un’inestimabile bolla magica di dolcezza e humour. Good Omens è incantevole: rende felici, è commovente, tenera, esilarante e terapeutica. Anche il dispiego di fanservice – che in alcuni franchise può diventare imbarazzante – è tollerabile. La sua vera ragione di essere è approfondire l’amicizia – o meglio, il bromance – di Aziraphale e Crowley e arricchire la loro storia con incursioni nel passato per poi metterli alla prova, tramite eventi bizzarri, nel presente. È come tornare a casa, presso la famiglia d’elezione che i solitari e gli abbandonati hanno sempre sognato. L’ affinità tra l’angelo e il diavolo è anche – in una percentuale non trascurabile – il risultato dall’impressionante affiatamento tra l’attore gallese di Masters of Sex e l’interprete scozzese del Decimo Doctor Who. Tanto che, nell’era del Covid, hanno dato vita a una serie via Zoom incentrata sulle rispettive famiglie e carriere, Staged: “adesso non vogliamo più lavorare con nessun altro” ci hanno rivelato scherzosamente.