martedì, Settembre 9, 2025

Canguri: perché esistono solo in Australia?

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Ce lo siamo chiesto tutti almeno una volta: ma perché i canguri non sono mai usciti dall’ Australia? In realtà se lo chiedono da tempo anche gli esperti di scienze ambientali ed evoluzione degli ecosistemi, e oggi finalmente abbiamo una spiegazione. Anzi, due: i motivi hanno a che fare da un lato con l’evoluzione geologica della Terra, ossia con il movimento delle placche terrestri, e dall’altro con i cambiamenti climatici che ne conseguono. A raccontare l’intera storia è uno studio pubblicato sulle pagine di Science, condotto da un gruppo di ricercatori della Australian National University e dell’Eth di Zurigo (Svizzera).

La linea di Wallace

C’è un fatto curioso nella distribuzione delle specie animali fra Asia e Oceania che in realtà non riguarda solo i canguri: anche koala e altri marsupiali sono completamente assenti in Indonesia, mentre diverse specie originarie dell’Asia, come varani giganti e determinate specie di roditori e uccelli, si sono insediate anche in Australia. E il paradosso è che la loro diversa distribuzione è tanto netta da poter essere individuata con una linea, la linea di Wallace. Quest’ultima prende il nome dal naturalista britannico Alfred Russel Wallace, che già nella seconda metà del 1800 individuò una discontinuità di tipo biologico fra l’isola di Bali e quella di Lombok, vicinissime tra loro in termini geografici, ma incredibilmente distinte dal punto di vista della biodiversità. Finalmente, gli autori dell’articolo in questione hanno capito il perché di questa netta separazione.

Evoluzione e adattamento delle specie

Circa 35 milioni di anni fa, l’Australia era localizzata molto più a sud ed era connessa all’Antartide”, spiega Alex Skeels della Australian National University, primo autore dello studio. “Ad un certo punto della cronologia degli eventi – prosegue – l’Australia si è distaccata dall’Antartide e nel corso di milioni di anni si è spostata verso nord, fino a scontrarsi con l’Asia. Questa collisione ha dato vita alle isole vulcaniche che oggi conosciamo come Indonesia”. E sono proprio le isole dell’Indonesia che nel corso del tempo hanno permesso lo scambio di fauna e flora fra i due continenti. Ma, analizzando circa 20mila specie fra uccelli, mammiferi, rettili e anfibi, e utilizzando un modello in grado di simulare la diversificazione delle specie nel tempo, il gruppo di ricerca ha notato che questo scambio non è stato esattamente “equo”. Ossia, molte più specie originarie dell’Asia hanno raggiunto e si sono insediate in Australia rispetto al contrario. Perché? “Quando l’Australia si è distaccata dall’Antartide – spiega ancora Skeels – ha aperto questa area di oceano profondo attorno al continente antartico, dove oggi si trova la corrente circumpolare antartica. Questo ha cambiato drammaticamente il clima della Terra nel suo complesso, rendendolo molto più fresco”. Ciononostante, racconta ancora il ricercatore, il clima delle isole dell’Indonesia – che, lo ricordiamo, costituiscono l’unico “ponte” per il passaggio da un continente all’altro – è rimasto tropicale, ossia piuttosto umido e caldo. E mentre le specie originarie dell’Asia erano già adattate a sopravvivere in queste condizioni, per le specie che si sono evolute in Australia, in un clima diventato maggiormente fresco e secco nel tempo, non è stato possibile adeguarsi a condizioni climatiche così drammaticamente diverse. In particolare, si legge nell’articolo, è stata la diversa tolleranza alle precipitazioni a determinare questo scambio asimmetrico, e anche la netta differenza nella distribuzione della fauna che ne è conseguita. “I nostri risultati – conclude Skeels – potrebbero anche essere di supporto per le predizioni sulle migrazioni future degli animali, e aiutarci a prevedere quali specie potrebbero essere più inclini ad adattarsi a nuovi ambienti, dato che i cambiamenti del clima terrestre continuano a influenzare i pattern di biodiversità globale”.

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