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Questi sono alcuni degli obiettivi, per esempio, del progetto di Eni per la produzione di bio-fuel in Kenya. In particolare, è stata avviata una collaborazione con oltre 50mila agricoltori per la creazione di carburanti a basso impatto ambientale a partire dall’olio di ricino, che è una delle principali coltivazioni della zona.
Sviluppo sociale e rivalorizzazione dell’agricolo
Negli ultimi anni, a livello mondiale, numerose raffinerie di petrolio sono state trasformate in centri per la produzione di biocarburanti. In Italia questo è accaduto, per esempio, a Gela e a Porto Marghera (Venezia), dove vengono utilizzate biomasse di scarto per produrre bio-GPL e bio-nafte destinate alla filiera dell’industria chimica. E la stessa Eni, oltre a promuovere la diffusione di bioraffinerie sul territorio italiano, si sta impegnando per sviluppare e migliorare tecnologie essenziali per rendere sempre più efficiente il processo di trasformazione delle materie prime di origine biologica in biocarburanti. Un esempio è Ecofining, un processo costituito da due fasi: idrodeossigenazione, ossia l’aggiunta di idrogeno con l’eliminazione di ossigeno, e la successiva isomerizzazione per migliorare le proprietà a freddo del biocombustibile. Grazie alla grande flessibilità e versatilità della tecnologia, consente di produrre una vasta gamma di biocarburanti, oltre ad adattare il processo produttivo sulla base delle esigenze di mercato.
Del resto, i biocarburanti sono già presenti nelle stazioni di servizi Enilive: per esempio, quando alla pompa troviamo la scritta HVOlution significa che una percentuale (tipicamente il 5% oppure il 10%) di etanolo è realizzata attraverso un processo bio. E dal punto di vista pratico non cambia alcunché per chi fa rifornimento, in quanto – per i veicoli compatibili – il funzionamento sia del distributore sia del veicolo resta invariato.
Il limite principale di questo tipo di tecnologia, a oggi, è nella misura ridotta della produzione, perlomeno rispetto al fabbisogno dell’intero settore dei trasporti. Facendo riferimento ai dati prodotti dal l’associazione Transport & Environment, i biocarburanti attualmente sarebbero in grado di alimentare solo il 5% del parco circolante del nostro paese.
Nonostante questi aspetti, comunque, nell’ottica di un approccio alla transizione energetica basato sulla neutralità tecnologica i biocarburanti rappresentano una soluzione irrinunciabile e complementare ad altre per ridurre le emissioni di anidride carbonica. Per esempio, nell’aviazione costituiscono l’unica alternativa concreta per la decarbonizzazione del trasporto aereo, un settore che peraltro è in forte espansione negli ultimi anni.