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“No, io non sono contenta”. Lo ha detto Maria Rosaria Boccia in risposta alle dimissioni del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, a dieci giorni dallo scandalo emerso per l’incarico di consigliera dei grandi eventi promesso e mai formalizzato al ministero della Cultura, in apertura dell’intervista che la 41enne ha rilasciato a Marianna Aprile e Luca Telese nel programma In Onda su La7, dopo la prima rilasciata a La Stampa.
“Lui meritava quel posto, è una persona molto competente. È anche una brava persona, si è trovato in un situazione che non ha saputo gestire, e mi dispiace”, ha poi aggiunto Boccia, seconda la quale Sangiuliano poteva non dimettersi: “Poteva non farlo dicendo la verità dall’inizio”. Boccia ha ribadito il desiderio delle scuse: “Io voglio le scuse dall’uomo, per me e la mia famiglia. Mi ci ha messo lui in pubblica piazza. Fino a pochi giorni fa la mia vita era fantastica, ora non è proprio semplice”.
Il caso Boccia scoppia a fine agosto, quando la 41enne di Pompei ringrazia pubblicamente via social il ministro Sangiuliano dell’incarico di consigliera per i grandi eventi del ministero della Cultura. Un incarico che il dicastero smentisce. L’operazione di smentita però si rivela scomposta. E mentre nel palazzo del Collegio Romano tutti si affrettano a prendere le distanze da Boccia, dicendo di non conoscerla o di non sapere, la professionista sfodera screenshot di email ufficiali, biglietti di viaggio, foto nel seguito del ministro Sangiuliano durante un sopralluogo a Pompei in vista dell’organizzazione del G7 della Cultura, video girati con un paio di smart glass dentro la Camera dei deputati.
Il perché della sua campagna social
“Io non sarei qui se il ministro avesse detto la verità dal primo momento – ha detto Boccia in merito alla sua campagna social di contro-narrazione della versione data dal ministro in merito alla sua mancata nomina a consigliera del ministero -. Io ho solo rettificato le bugie del ministro. Io non spiavo il ministro, io lavoravo con il ministro”. Alle domande di Telese e Aprile sulla tesi di una regia esterna in merito alle sue rivelazioni, Boccia ha detto di essersi chiusa in casa, di aver pensato e di aver risposto solo quando ha parlato il ministro: “Io ho rispettato l’uomo e le istituzioni”. Boccia ha detto che lei e Sangiuliano si sono sentiti di continuo in questi giorni, fin dopo il primo incontro con Meloni. Però ha detto di non essere stata a conoscenza dell’intervista al Tg1.
“Ho votato Giorgia Meloni, è una donna in gamba”, ha detto Boccia, che poi ha detto di non avercela con la presidente del Consiglio dei ministri. “Il ministro è diretto da una squadra”, ha aggiunto la 41enne, che ha criticato la gestione della comunicazione da parte del ministero e dello staff di Sangiuliano del caso. “In questa verità ci sono coinvolte tante donne, che io non posso menzionare”, ha aggiunto Boccia, che non ha chiarito se si riferisse a donne che intrattenevano una relazione con Sangiuliano o ad altre circostanze che però non ha precisato ai due intervistatori. “Io non ero con il ministro quando parlava con la moglie, non conosco la signora [la giornalista Federica Corsini, ndr] – ha detto Boccia -. Io questa conversazione l’ho potuta ascoltare perché il ministro mi ha chiamato e ha lasciato il telefono aperto”. In quella conversazione, ha dichiarato al programma di La7 Boccia, la moglie chiedeva “di strappare la nomina. Vorrei sapere se la nomina è stata stracciata per un capriccio di una donna”.
“Io non ho mai registrato il ministro”, ha detto Boccia, che ha detto di averli comperati a Roma e di averli provati. Mentre ha registrato il funzionario, ha detto, dopo aver sentito la telefonata con la moglie: “Chi mi avrebbe creduto, senza quella?”. La telefonata risalirebbe, secondo la 41enne, a metà agosto e sarebbe l’unica che avrebbe registrato. “Io ho solo custodito i documenti che mi sono stati dal gabinetto”, ha poi aggiunto, precisando di non aver mai registrato incontri e altre conversazioni con i parlamentari della destra con cui ha collaborato in precedenza. “Io sono sicura che la scelta di andare in video non è stata del ministro”, ha poi aggiunto.
