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Pirateria online ancora nel mirino del Governo. Inasprire le sanzioni per chi scarica illegalmente contenuti audiovideo online protetti da copyright e prevedere disposizioni di natura penale a carico dei soggetti che offrono “scorciatoie” a buon mercato. Sono questi i due obiettivi della proposta di legge a firma dei deputati di Fratelli d’Italia Marco Osnato (primo firmatario) e Federico Mollicone e Luca Toccalini della Lega.
La proposta, in aggiornamento della legge 93 del 2023 sulla pirateria online meglio nota come legge anti-pezzotto – quella che per la prima volta ha attribuito responsabilità in capo agli utenti e ha conferito all’Agcom il potere di disporre l’oscuramento pressoché immediato dei siti considerati “pirata” – è stata assegnata nei giorni scorsi alla Commissione Giustizia e stando a quanto risulta dovrebbe essere discussa nel mese di settembre.
Triplicare le sanzioni per indebolire il mercato nero
L’impianto della legge non cambia ma si punta a più che triplicare le attuali sanzioni: a oggi è prevista una multa minima di 154 euro che può salire ad un massimo di 5000 nei casi più gravi, ossia in caso di recidiva o di violazione di un numero elevato di copie acquistate o noleggiate in maniera illecita. La nuova proposta porta a 500 euro la multa minima e a oltre 16.000 quella massima (per l’esattezza 16.233,67 euro). “L’entità delle vigenti sanzioni pecuniarie – spiegano i deputati nel testo della proposta – sembra particolarmente tenue nonché inidonea a scoraggiare i fruitori di servizi Iptv illegali dal reiterare la propria condotta”. Si vuole fare leva dunque sull’effetto deterrente: scoraggiare gli utenti aggravando le sanzioni di fatto dovrebbe dunque sortire a catena un abbattimento del ricorso al mercato “nero” e dunque un indebolimento dello stesso.
Più soldi per il cinema e l’audisiovisivo
Le sanzioni si aggiungono alle pene accessorie quali la confisca del materiale utilizzato, la pubblicazione della notizia sulla stampa quotidiana nazionale o (nei casi più gravi) anche su periodici di riferimento del mondo dello spettacolo, fino alla revoca di licenze e autorizzazioni se l’illecito è commesso da soggetti imprenditori. Per contrastare il fenomeno della pirateria online “è necessario che la legge preveda disposizioni di natura penale che operino come deterrente contro lo svolgimento organizzato di tali attività, stabilendo altresì che le autorità competenti, amministrativa e giudiziaria, operino un coordinamento più efficace ai fini dell’attività repressiva, come già previsto dalla legge n. 93 del 2023”, si legge nel testo della proposta.
La maggiorazione delle sanzioni sarebbe positiva anche per il bilancio dello Stato: più soldi in cassa senza alcun onere per la finanza pubblica e i tre deputati propongono inoltre che le maggiori entrate derivanti dall’attuazione della legge siano destinate al Fondo per lo sviluppo degli investimenti nel cinema e nell’audiovisivo “con l’obiettivo di fornire sostegno economico all’intera filiera e, nello specifico, ai progetti d’investimento delle imprese che ne fanno parte”.
Migliaia di indirizzi bloccati ma danno economico enorme
Sul fronte della lotta alla pirateria online, Agcom ha rafforzato significativamente la propria azione grazie: il decreto Omnibus del 2024 ha esteso l’ambito di intervento della piattaforma Piracy Shield anche ai fornitori di servizi Vpn e Dns pubblici, a prescindere dal territorio di residenza. La piattaforma però è finita sotto la lente della Commissione europea. Stando ai dati pubblicati nella Relazione annuale dell’Autorità, presentata al Parlamento nei giorni scorsi, per effetto del decreto sono stati bloccati tramite la piattaforma 28.041 nomi a dominio (FQDN) e 6.104 indirizzi IP che diffondevano illecitamente eventi sportivi in diretta. E il totale dei blocchi attuati tramite Piracy Shield ammonta a circa 55.504, di cui 44.602 FQDN e 10.902 IP.
Ma non basta ad arginare il fenomeno. Secondo l’indagine annuale di Fapav-Ipsos presentata a giugno “la pirateria audiovisiva negli ultimi due anni ha fatto registrare un leggero calo sia di utenti sia del numero di atti illeciti ma il danno economico potenziale per le industrie dei contenuti e per il Sistema Paese rimane gravissimo”. In dettaglio il 38% degli adulti italiani ha commesso almeno un atto di pirateria fruendo illecitamente di film (29%); serie/fiction (23%); programmi (22%) e sport live (15%), dati sostanzialmente rimasti stabili rispetto al 2023. La pirateria sportiva, oggi praticata dal 15% della popolazione adulta, vede il calcio in pole position, seguito da F1, Tennis e Moto GP. Stando alle stime ammonta a circa 2,2 miliardi di euro la perdita in termini di fatturato delle aziende, un impatto negativo sul Pil di oltre 900 milioni, mancati introiti per lo Stato per 407 milioni oltre 12 mila posti di lavoro in fumo. L’Italia però è messa meglio rispetto all’Europa.