domenica, Settembre 7, 2025

Euro digitale, l'Europa accelera ma sulle criptovalute siamo ancora molto indietro

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L’euro digitale rappresenta una delle iniziative più significative degli ultimi anni: una nuova forma di moneta pubblica che affiancherebbe il contante, potenziando la sovranità monetaria dell’area dell’euro e garantendo a cittadini e imprese un’opzione di pagamento gratuita, sicura e accessibile in tutta Europa”. Sono le parole di Chiara Scotti, vicedirettrice generale della Banca d’Italia, intervenuta il 24 luglio in audizione alla commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche del Senato.

Una moneta virtuale per rafforzare la sovranità monetaria dell’Europa

Dell’importanza strategica dell’euro digitale, diventato una priorità per Bruxelles per rispondere alle sollecitazioni dovute alle spregiudicate iniziative del presidente americano Donald Trump, avevamo già parlato lo scorso 10 aprile, quando raccontammo del bisogno impellente, da parte delle istituzioni del Vecchio Continente, di rafforzare la sovranità monetaria dell’Unione Europea. “L’euro digitale – ha spiegato Chiara Scotti – rappresenta l’evoluzione delle banconote in chiave digitale: affiancherebbe il contante senza sostituirlo, offrendo a cittadini e imprese uno strumento di pagamento gratuito nelle funzioni di base e utilizzabile in tutta l’area dell’euro”.

Mentre il presidente degli Stati Uniti minaccia l’economia mondiale con i dazi, Bruxelles studia le contromisure e rimette in campo il progetto di una moneta digitale di banca centrale, partito nel 2023

I dati della Banca Centrale Europea (Bce) parlano chiaro: nell’area Euro la quota di pagamenti in contante nei punti vendita fisici è scesa dal 79% registrato nel 2016 al 52% nel 2024. In Italia, dove il mito del contante (e del nero…) resiste più che in altri Paesi, nello stesso periodo si è scesi dall’86 al 61%. Tra il 2019 e il 2024. In Europa è esplosa anche la quota di pagamenti online (e-commerce) passando dal 18 al 36% in valore e dal 7 al 21% nel numero. Nel nostro Paese si è passati, rispettivamente, dal 16 al 38% e dal 6 al 24%. Per questo tipo di operazioni, dove ovviamente il contante non è contemplato, i consumatori utilizzano sistemi di pagamento non europei come PayPal e i circuiti dietro alle carte di credito. La Corte dei conti europea ha certificato recentemente che il 40% dei pagamenti elettronici viene eseguito con carte dei circuiti Visa e Mastercard, che insieme rappresentano il 90% del mercato.

Così l’euro digitale potrà arginare lo strapotere Usa sui circuiti di pagamento

È qui che entrerà in gioco l’euro digitale, un circuito di pagamento privilegiato che sarà accessibile ai cittadini europei e rappresenterà una valida alternativa ai circuiti statunitensi, promettendo un abbattimento dei costi delle transazioni. Oggi in Europa i piccoli esercenti pagano commissioni anche 3-4 volte superiori rispetto alle grandi aziende”, ha spiegato ancora Scotti. I pagamenti con la moneta virtuale europea saranno gestiti con una app dedicata: sarà sviluppata rispettando i criteri dell’Atto Europeo sull’Accessibilità, includendo accorgimenti che ne facilitino l’utilizzo da parte di persone con limitata esperienza o competenza tecnologica o con disabilità, affinché non rimangano emarginate dalla transizione digitale. Un’assistenza dedicata sarà dedicata alle fasce vulnerabili della popolazione, a cui sarà garantita assistenza sia in fase di apertura del conto digitale che in tutte le fasi di utilizzo. Nel nostro Paese la gestione e l’assistenza potrebbe essere gestita da Poste Italiane.

Ma sulle criptovalute l’Europa è ancora molto indietro

Mentre l’Europa si attrezza con la moneta digitale per contrastare lo strapotere dei circuiti di pagamento statunitensi, dall’altra parte dell’oceano l’amministrazione Trump ha varato il Genius Act, una legge per regolamentare le criptovalute. Anche in questo caso, il Vecchio Continente parte con un gap: le stablecoin, che non sono una moneta “legale” e non dipendono dalle banche centrali, stanno guadagnando importanti fette di mercato, ma il 99% di queste è ancorata al dollaro.

Con la legge fortemente voluta da Trump, che in campagna elettorale ha promesso di trasformare gli Usa nella capitale globale delle criptovalute, chi emetterà moneta virtuale dovrà offrire garanzie e sottoporsi a controlli antiriciclaggio. In Europa, come accennato, il dibattito è ancora in fase embrionale, ma la stessa vicedirettrice di Bankitalia ha voluto dedicare una parte del suo intervento alla spiegazione del fenomeno e all’esigenza di studiare delle norme dedicate: “Considerate le potenzialità dei nuovi ecosistemi digitali – ha detto Chiara Scotti a Palazzo Madama – è importante che anche l’Europa si prepari ad affrontare le trasformazioni in atto, per mantenere un ruolo attivo e competitivo nel contesto finanziario internazionale. A tal fine, un ruolo cruciale è svolto dalla regolamentazione”.

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