martedì, Settembre 2, 2025

Sindone di Torino, cosa dice esattamente il documento medievale che ne conferma la non autenticità

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La Sindone di Torino, il telo di lino che in molti credono sia stato usato per avvolgere il corpo di Cristo dopo la crocifissione, è un falso storico. A fornire un’ulteriore prova in questa direzione è stato Nicolas Sarzeaud, ricercatore di storia presso l’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, che ha scoperto un documento medievale, la prima prova scritta a suggerire che anche nel Medioevo si sapeva che la Sindone di Torino non era autentica. Questo testo è diventato ora una delle più antiche smentite del famoso sudario lungo 4,3 metri, nonché la più antica testimonianza scritta conosciuta fino ad oggi. I dettagli sono stati pubblicati sulla rivista peer-reviewed Journal of Medieval History.

La Sindone di Torino

La Sindone di Torino è ancora oggi al centro di un’accesa discussione, con molti sostenitori della sua autenticità che mantengono le loro convinzioni, nonostante un numero sempre più ampio di studi scientifici dimostri il contrario, ossia che si tratta di un falso. Per esempio, un articolo pubblicato quest’estate sulla rivista Archaeometry ha concluso, utilizzando un’analisi 3D, che il telo era stato avvolto attorno a un modello, anziché al corpo di Gesù. Precedenti datazioni al radiocarbonio della Sindone, inoltre, hanno determinato che il telo è stato prodotto alla fine del XIII o XIV secolo.

La smentita

“Questa reliquia, oggi controversa, è stata al centro di una polemica tra sostenitori e detrattori del suo culto per secoli”, ha commentato Sarzeaud. Secondo l’esperto, infatti, il nuovo studio dimostra che un’affermazione all’interno di un trattato di Nicole Oresme, teologo francese particolarmente importante all’epoca e molto stimato per i suoi tentativi di fornire spiegazioni razionali ai cosiddetti miracoli e ad altri fenomeni oltre ad essere influente per le sue opere di economia, matematica, fisica, astrologia, astronomia e filosofia, è ora la prima dichiarazione scritta, “ufficiale” e molto autorevole di smentita della Sindone presentata finora.

Il documento

Dal documento emerge che Oresme dichiara: “perché molti ecclesiastici ingannano gli altri in questo modo, per ottenere offerte per le loro chiese. Questo è chiaramente il caso di una chiesa nella Champagne, dove si diceva che lì si trovasse il sudario del Signore Gesù Cristo, e del numero quasi infinito di coloro che hanno falsificato tali oggetti, e altri ancora”. In altre parole, quindi, Oresme scriveva che molti ecclesiastici ingannavano gli uomini di fede con lo scopo di estorcere denaro e questo è un esempio di frode e menzogne ​​inventate dal clero.

L’importanza della scoperta

In conclusione, quindi, questa nuova scoperta nel documento di Oresme è particolarmente importante perché conferma che, al momento della sua composizione, probabilmente nel 1370, una Sindone era stata presentata fraudolentemente come autentica a Lirey, un villaggio nella regione francese della Champagne (per questo motivo, era nota come Sindone di Lirey in epoca medievale). E questa notizia si è diffusa rapidamente, arrivando fino a Parigi, permettendo a Oresme di citarla in uno dei suoi libri, fiducioso che i suoi lettori avrebbero capito di cosa stesse parlando. Per Andrea Nicolotti, esperto mondiale della Sindone di Torino, i risultati del nuovo studio sono “un’ulteriore prova storica che anche nel Medioevo si sapeva che la Sindone non era autentica”.

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