sabato, Settembre 6, 2025

Duse di Pietro Marcello, la ricostruzione poetica degli ultimi anni di vita della grande attrice teatrale

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Duse di Pietro Marcello, in concorso alla Mostra del cinema di Venezia e in arrivo nelle sale il 18 settembre, è una sorta di film on the road. «Perché la Duse non si fermava mai: in tutta la sua vita non trascorse mai più di quaranta giorni nello stesso luogo», ricorda il regista.

Il film si apre nel 1917: Eleonora Duse (interpretata da Valeria Bruni Tedeschi), che ha quasi sessant’anni e che ormai ha abbandonato le scene da otto anni, fa visita ai soldati italiani in guerra. Qualche mese dopo, la sua vita viene scossa dal fallimento della banca di Berlino e dalla conseguente perdita di tutti i suoi risparmi. A parte vendere alcuni dei suoi gioielli, l’attrice non ha altra scelta che tornare a recitare, nonostante la tubercolosi abbia un impatto sempre più pesante sul suo fisico. Anche perché l’alternativa sarebbe accettare l’invito della figlia Enrichetta a Londra e trascorrere gli ultimi anni della sua vita a fare la nonna dei due nipotini. Una prospettiva ancora più dolorosa della morte.

Cominciano così i suoi spostamenti per l’Italia, Venezia e Roma soprattutto, tra le prove, gli spettacoli e due incontri con Gabriele D’Annunzio. Il primo per chiedergli di poter mettere in scena La città morta dopo il disastroso debutto con il dramma di un giovane commediografo di scarso talento, il secondo per ringraziarlo del vitalizio appena ottenuto da Mussolini.

Un regalo che Duse crede sia frutto dell’intercessione del vate ma che, in realtà, le fa aprire gli occhi D’Annunzio, è solo un modo per il duce di liberarsi «con quattro spiccioli» di figure leggendarie che sente vecchie e non in linea con la sua nuova idea di Italia. Così come falsa, le dice, è la promessa che Mussolini le ha fatto di costruire un tempio del teatro per le vedove e gli orfani d’Italia che l’attrice sogna da tempo e del quale ha anche realizzato una sorta di progetto: «Non hai capito nulla», le spiega. «Incredibile, la Duse non sa riconoscere un attore fuori dal palcoscenico».

In Duse di Pietro Marcello, a intervallare le scene in cui la vediamo presa tra i suoi impegni di attrice e capocomica, tornano più volte le immagini del treno del Milite Ignoto, il convoglio speciale che, nel 1921, trasportò la salma di un soldato italiano non identificato, una delle tante vittime senza nome della prima guerra Mondiale, da Aquileia a Roma per essere sepolto all’Altare della Patria. E “stralci” della vita del Paese, con le camice nere, la marcia su Roma, l’avvento al potere di Benito Mussolini, i mutilati del conflitto, la povertà diffusa.

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