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Lo smantellamento della rete streaming Calcio, secondo Dazn e Ace (Alliance for Creativity and Entertainment), è uno dei maggiori successi nell’ambito dell’offensiva nei confronti dei servizi di streaming online che violano il diritto d’autore.
Il sito Calcio, pare rappresentasse un punto di riferimento per gli appassionati italiani che sceglievano di seguire eventi e partite attraverso piattaforme di streaming pirata. Secondo quanto riporta il comunicato stampa ufficiale dell’associazione che riunisce più di cinquanta aziende che operano nel settore dell’intrattenimento, l’80% degli utenti di Calcio si collegava dall’Italia.
Una rete di siti per lo streaming pirata
Il sito, spiegano Ace e Dazn, permetteva di guardare contenuti sportivi come Serie A, Premier League, La Liga, Bundesliga e Ligue 1, oltre a Champions League, Europa League, Europa Conference League. Nel “palinsesto” erano però presenti anche altri sport come il basket, la Formula 1 e la MotoGp. Negli ultimi dodici mesi la piattaforma avrebbe registrato 123 milioni di accessi, la maggior parte (sei milioni al mese) riconducibili a utenze italiane.
Più che di un sito, però, sarebbe più corretto parlare di un vero e proprio network. Secondo quanto è stato riportato nel comunicato stampa, Calcio sfruttava circa 134 domini diversi per veicolare i suoi contenuti. Uno stratagemma che viene spesso utilizzato sia per massimizzare il numero di visitatori, sia per garantirsi maggiori possibilità di sopravvivenza in caso di blocchi da parte delle autorità.
Più di un semplice blocco
A differenza di quanto accade con le operazioni antipirateria o quelle che vedono coinvolto il controverso Piracy Shield, l’operazione ha conseguenze ben più profonde e una maggiore efficacia.
I blocchi dei siti pirata, infatti, prevedono normalmente un intervento a livello dei server domain name system (dns), quelli cioè che permettono di risolvere il nome del dominio nell’indirizzo ip corrispondente e consentire così la connessione del dispositivo al sito.
L’applicazione di questo tipo di provvedimento coinvolge gli Internet service provider che forniscono il servizio dns ai loro utenti. I limiti di questa tecnica riguardano il fatto che i gestori del sito possono tranquillamente utilizzare diversi domini (proprio come nel caso di Calcio) per fare in modo che il sito sia comunque raggiungibile.
Piracy Shield adotta un sistema più incisivo, intervenendo direttamente sull’indirizzo Ip (con qualche problema tecnico) e impedendo così che i siti pirata riescano a evitare il blocco utilizzando più domini. Entrambe le strategie, però, lasciano spazio a soluzioni tecniche, come le virtual private network (Vpn)che permettono di aggirarle.