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Il cortisolo, meglio noto come l’ormone dello stress, è prodotto dalle ghiandole surrenali e deve essere presente nel nostro organismo nelle giusta quantità, nei giusti momenti: avere troppo cortisolo, o averne troppo poco, sono condizioni patologiche che necessitano di trattamento medico. Ne sono un esempio la malattia e la sindrome di Cushing e la malattia di Addison, rispettivamente. Ma esistono anche situazioni più sfumate, in cui, anche se non si parla propriamente di patologia, si osserva uno sfasamento nella produzione di cortisolo, come spiegano a Wired.it Andrea Giustina, primario di Endocrinologia dell’IRCCS Ospedale San Raffaele e ordinario di Endocrinologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele e Andrea Isidori, direttore dell’Endocrinologia del Policlinico Umberto I, Sapienza Università di Roma. Con il loro aiuto proviamo a fare chiarezza in merito alle funzioni del cortisolo, e alla possibilità di regolarne la produzione. Magari con un cocktail ad hoc?
Il cortisolo, i cocktail, i segnali a cui dare importanza
Regolare la produzione di cortisolo con i cocktail
Recentemente, infatti, è diventato popolare sui social il trend che propone i cosiddetti cortisol cocktail, bibitoni analcolici, a base di succhi come arancia e acqua di cocco, e mescolati ora a collagene, ora a potassio e magnesio, presentati come miracolosi. Ma esistono anche versioni di integratori specificatamente formulati allo stesso scopo. Mirano a regolare la produzione di cortisolo, partendo dal presupposto che siamo tutti stressati e che dunque sballiamo la produzione di questo ormone. I bibitoni invece dovrebbero essere un rimedio contro queste alterazioni, e così contro facce gonfie, per dimagrire, dormire meglio, migliorare la salute dell’apparato digerente, abbassare l’infiammazione, potenziare l’energia e ridurre lo stress.
Cortisolo: su e giù durante la giornata
Qualcosa di vero, come spesso accade, c’è in questa narrazione, ma lungi dal confermare l’efficacia di questi rimedi. Si tratta delle relazioni tra il cortisolo e il metabolismo, spiega Giustina. “Un eccesso di cortisolo, come quello che si osserva nella malattia di Cushing, è associato a obesità, specialmente con accumulo di grasso a livello del tronco, perdita di muscolo, diabete e ipertensione, contrariamente a quanto si osserva in mancanza di cortisolo, dove il rischio sono shock di ipotensione, ovvero ”. Si tratta, appunto, di una condizione patologica in cui gli interventi mirano a ridurre la produzione eccessiva di cortisolo, per esempio con l’asportazione di un tumore ipofisario che produce un eccesso di ormone adrenocorticotropo (Acth), che controlla la produzione del cortisolo a livello del surrene, prosegue l’esperto. Tra gli estremi di eccesso e carenza di cortisolo, si trovano però anche condizioni più sfumate: “Si ha quando si osserva un eccesso funzionale del cortisolo, non legato a una patologia delle ghiandole surrenali – va avanti Giustina – Questo può essere legato a delle situazioni di stress cronico, per esempio lavorativo o affettivo. In queste condizioni il cortisolo non è prodotto in maniera patologica, cioè a livelli altissimi, ma si osserva un sottile, costante e prolungato aumento della produzione legato a queste condizioni”.
Problematiche soprattutto quando gli eccessi della produzione di cortisolo si concentrano fuori fase, ovvero fuori dall’andamento che dovrebbe avere la produzione dell’ormone: “Il cortisolo è alto in tutti al mattino quando ci svegliamo, ed è basso quando andiamo a letto. Se il cortisolo serale non è più così basso, per definizione si dice che il ritmo circadiano è presente quando il cortisolo della mezzanotte è inferiore alla metà del cortisolo del mattino, allora possono insorgere problemi – prosegue Giustina – questo cortisolo alto a mezzanotte condiziona in modo sfumato quelle alterazioni che sono eclatanti nella produzione patologica di cortisolo, come l’aumento di peso, la glicemia che si alza e anche i livelli di pressione che aumentano”. Ma i problemi legati all’eccesso del cortisolo o alla sua disregolazione circadiana riguardano anche altri aspetti della salute, aggiunge Isidori: “Oltre all’aumento del peso, soprattutto a livello viscerale, si osservano un’alterazione della funzione muscolare a causa della degradazione dei muscoli, disturbi psicologici, depressione, immunodepressione, con aumento del rischio di infezioni ed osteoporosi”.
L’oscillazione secondo il ritmo circadiano è infatti l’aspetto centrale delle discussioni sugli effetti del cortisolo sulla salute. “Il nostro risveglio mattutino avviene circa 30-45 minuti dopo il picco del cortisolo, che comincia a risalire nella fase finale della notte dopo aver raggiunto il minimo un paio di ore dopo l’ addormentamento: è l’ormone che ci fa alzare la mattina e svolgere le nostre quotidiane azioni”, aggiunge Isidori. La conseguenza di questa oscillazione, prosegue l’esperto, è che non esiste un unico valore di riferimento del cortisolo, ma valori diversi durante la giornata. Scostamenti da questa oscillazione, in un senso o nell’altro, sono problematici. “Questo ormone deve fare questa oscillazione, se noi non abbiamo il cortisolo siamo molto stanchi, non abbiamo energia, non siamo concentrati. L’assenza del cortisolo o l’abbassamento patologico del cortisolo che si chiama insufficienza surrenalica è una malattia grave, potenzialmente letale”, riprende Isidori.