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Nell’industria nautica, quella della produzione dei grandi yacht, l’Italia è prima al mondo, con una fetta di mercato che supera il sessanta per cento. All’opposto, però, è ultima per quanto riguarda il processo che porta verso la trasformazione digitale. Si tratta di un settore che sta vivendo grandi cambiamenti. Gli armatori sono sempre più giovani e ricchi e con aspettative che nel tempo sono cambiate. In questa “tempesta perfetta” di grandi cambiamenti, l’azienda italiana SailAdv sta proponendo qualcosa di veramente nuovo e unico per la nautica. Nata nel 2015 con l’obiettivo di misurare le prestazioni degli yacht, per rilevare in modo oggettivo e scientifico quanto siano lontane dal modello progettato (nel mondo industriale questa distanza è chiamata gap analysis) ha poi allargato il suo raggio d’azione.
Giovanni Palamà, fondatore e amministratore delegato di SailAdv, è ingegnere navale con un passato da velista professionista ai più alti livelli (per l’esattezza stratega di bordo) e di techincal manager nel Gruppo Ferretti, uno dei colossi della nautica internazionale, proprio nel dipartimento quality measurament & testing. Quella della misurazione sembra essere una sorta di ossessione: “Come diceva un mio concittadino, Galileo Galilei, se lo puoi misurare, lo puoi migliorare, tutto parte da lì”.
Forse questo vale ancor di più in un mondo, quello dei super yacht, che, per quanto sofisticato e regno dell’eccellenza, rimane comunque di base artigianale. Concorda?
“Assolutamente, e questo è uno degli elementi alla base del suo fascino. Inoltre, i grandi cantieri sono sempre più dei sofisticati “assemblatori”. Sono arrivati al massimo livello di complessità dovuta all’integrazione di un’infinità di sistemi di bordo, che si tratti del ricamo su un cuscino o di un motore da migliaia di cavalli di potenza. E quasi tutto avviene in outsourcing”.
Se il prodotto yacht è ancora di impostazione artigianale, non è troppo o troppo presto per parlare è di sistemi autonomi? Cosa fate esattamente, giusto per chiarare che parliamo di scienza, non di fantascienza.
“Noi collaboriamo in primis con i cantieri, direttamente con chi produce. Abbiamo collaborazioni con brand come Azimut-Benetti, Sanlorenzo o Ferretti, giusto per citarne alcuni, ma lavoriamo anche sull’after sale, su barche già naviganti. Il sistema ha una struttura modulare completamente compatibile con le reti di comunicazione già esistenti su ogni tipo di yacht. Utilizzando il network di bordo, senza stendere altri cavi, lavorando direttamente sulla Lan, con uno stream molto leggero”.