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Parigi – Qualche giorno prima dello Iaa di Monaco, Renault sceglie di giocare d’anticipo e presenta in anteprima mondiale la nuova Clio, sesta generazione di un modello che non è soltanto un’auto ma un oggetto culturale. In 35 anni ha conquistato 17 milioni di automobilisti in 120 paesi, è stata European Car of the Year due volte ed è diventata, suo malgrado, un pezzo di memoria collettiva.
Eppure, guardando la nuova Clio, quella memoria sembra improvvisamente sospesa: davanti ai nostri occhi appare qualcosa che non ha quasi nulla a che vedere con le linee a cui eravamo abituati. Solo con un’osservazione più attenta riaffiorano piccoli richiami al passato, tracce sottili che legano questa nuova veste a un nome che da sempre significa berlina compatta per tutti.
Design esterni: proporzioni da coupé e dettagli da concept
La prima impressione è di trovarsi davanti a una coupé rialzata più che a una tradizionale compatta. Il cofano allungato, la linea del tetto che scende decisa verso la coda e i passaruota pronunciati contribuiscono a un profilo atletico, quasi nervoso. Non è più la Clio che giocava a essere rassicurante, ma un’auto che pretende attenzione. Le dimensioni raccontano questo salto di categoria: la lunghezza passa a 4,12 metri, la larghezza cresce fino a 1,77, l’altezza rimane contenuta a 1,45 metri. È un corpo vettura che si allunga, si allarga e guadagna presenza scenica, con un passo di 2,59 metri e una carreggiata allargata che danno subito la sensazione di maggiore stabilità.