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Tuttavia, anche altre aziende sono interessate a questa fetta di mercato. Lyft, rivale storico di Uber, ha annunciato ad agosto una partnership con l’altra gigante cinese Baidu per portare i propri veicoli autonomi Apollo RT6 in Germania e Regno Unito sempre nel 2026. L’accordo segna la prima espansione europea del programma di robotaxi dell’azienda, finora sviluppato esclusivamente sul mercato domestico. In Cina, infatti, Baidu gestisce già il più grande servizio di taxi autonomi al mondo, operativo in 15 città, tra cui Pechino, Shanghai e Wuhan, con una flotta di oltre mille veicoli.
I taxi senza conducente conquisteranno il mondo?
Negli ultimi anni Uber ha accelerato la sua strategia nella guida autonoma, stringendo alleanze con aziende tecnologiche e costruttori in diversi continenti. A livello globale, oggi può contare su una rete di 20 partner che spaziano dal trasporto passeggeri alla logistica, con un volume annuo di 1,5 milioni di corse. Negli Stati Uniti l’azienda offre già i robotaxi di Waymo, sussidiaria di Alphabet, in cinque città tra cui San Francisco, Los Angeles e Phoenix. A livello internazionale, oltre alla partnership con Momenta, Uber ha siglato accordi con le cinesi WeRide e Pony.ai per il lancio di robotaxi in Medio Oriente, dove già opera ad Abu Dhabi e Riyadh, e con la britannica Wayve per test su strada pubblica di veicoli autonomi di livello 4 a Londra.
Cosa prevede il livello 4 di autonomia alla guida
Il livello 4 di autonomia, secondo la classificazione della Society of automobile engineers (Sae), indica veicoli capaci di operare senza intervento umano in condizioni e ambienti specifici. La differenza con il livello 5, che rappresenta l’autonomia completa in qualsiasi condizione, sta proprio nella limitazione geografica e ambientale: i robotaxi di livello 4 possono circolare solo in aree predefinite e approvate, sotto determinate condizioni meteorologiche e di traffico. Questa caratteristica rende necessaria la creazione di centri di comando tecnico che supervisionano da remoto le flotte e possono intervenire in caso di problemi.
Nel giro di 5 anni previsti 2,5 milioni di robotaxi
Le proiezioni di mercato indicano che entro il 2030 saranno operativi 2,5 milioni di robotaxi a livello globale, con Europa, Stati Uniti e Cina come mercati dominanti. Germania e Regno Unito guidano l’espansione europea con previsioni di oltre 100mila veicoli autonomi in servizio entro la fine del decennio. Il vantaggio economico sarà significativo: i costi per gli utenti dovrebbero essere sostanzialmente inferiori rispetto ai servizi tradizionali di trasporto auto con conducente, grazie all’eliminazione del costo del guidatore e all’ottimizzazione delle rotte attraverso algoritmi di intelligenza artificiale. La trasformazione non riguarderà solo il trasporto passeggeri ma includerà servizi di navetta aziendale, collegamenti tra centri medici e case di riposo, mobilità dell’ultimo chilometro (ovvero la fase finale della catena di approvvigionamento della logistica) e trasporto pubblico. Tuttavia un ecosistema integrato di mobilità urbana automatizzata richiederà investimenti massicci in infrastrutture di ricarica, centri di manutenzione e sistemi di supporto al cliente.