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Venice Immersive 2025. Ovvero entrare nella memoria rarefatta di una donna affetta da demenza senile, tra ricordi nebulosi ed emozioni ancora palpitanti. Esplorare il suo universo mentale, toccare i suoi oggetti, curiosare tra i suoi post-it, aprire il suo frigorifero, scrivere sulla sua scrivania, persino cibare il suo pesce. Lo abbiamo fatto alla sezione dedicata alla XR – Extended Reality dell’82. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, grazie all’opera A Long Goodbye di Kate Voet e Victor Maes, che ha appena vinto il Premio per la realizzazione Venice Immersive 2025.
Kate Voet e Victor Maes
Racconta la storia di Ida, i cui ricordi sono stati registrati da suo marito Daniel su un nastro. Indossando il visore e i controller, si ha modo di visualizzare questo nastro e premere “play” per ascoltarne le memorie. A poco a poco vediamo e interagiamo con tutti gli oggetti dell’appartamento di Ida, anche i tasti del pianoforte si possono suonare, e una finestra ci porta dentro a una storia d’amore poetica e struggente. L’effetto visivo non ha nulla di realistico, sembra piuttosto di stare dentro un quadro degli impressionisti, con le inconfondibili tinte pastello, e a differenza di tante altre opere VR si entra dentro un sogno, più che una realtà. Visioni rarefatte di paesaggi, persone, ricordi, vivendo insieme alla protagonista la sua graduale perdita di memoria. Un’opera toccante, esistenziale, che ha commosso molti, ed è stata premiata.