mercoledì, Settembre 10, 2025

Droni russi in Polonia, cosa è successo nelle ore successive all'abbattimento

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La Polonia ha abbattuto nella notte tra martedì 9 e mercoledì 10 settembre alcuni droni russi che avevano violato il proprio spazio aereo durante un massiccio attacco contro l’Ucraina occidentale. L’operazione militare, confermata dal primo ministro Donald Tusk attraverso un messaggio sui social media nelle prime ore del mattino, segna un punto di svolta nel coinvolgimento di Varsavia nel conflitto che da oltre due anni e mezzo interessa le regione. La difesa polacca ha segnalato la presenza di oltre dieci oggetti in arrivo dallo spazio aereo ucraino e ha definito la violazione un vero e proprio “atto di aggressione”.

La Polonia era già in stato di massima allerta per possibili sconfinamenti di velivoli, almeno dal novembre 2022, ovvero da quando un missile ucraino vagante colpì accidentalmente un villaggio nel sud del paese, causando la morte di due persone. Tuttavia, fino a ora non si erano mai registrati casi di sistemi di difesa polacchi o alleati che avessero abbattuto droni sul territorio nazionale. Secondo il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, questa volta l’attacco russo sarebbe stato intenzionale: almeno 8 droni Shahed di fabbricazione iraniana sarebbero stati diretti proprio verso la Polonia durante l’incursione notturna.

Cosa può succedere dopo l’abbattimento dei droni

L’escalation e la risposta congiunta di Polonia e Nato

I residenti delle aree polacche interessate hanno riferito di aver udito esplosioni in cielo durante la notte, seguite dall’attivazione delle sirene d’allarme. L’allerta è scattata proprio durante un attacco russo su vasta scala contro le regioni occidentali dell’Ucraina, in particolare quelle di Volyn e Lviv che confinano direttamente con la Polonia. Secondo le informazioni diffuse dal comando militare polacco, i sistemi di difesa aerea nazionali e quelli della Nato sono stati attivati immediatamente dopo che i radar avevano individuato l’ingresso dei velivoli senza pilota nello spazio aereo nazionale. L’operazione di intercettazione è proseguita per diverse ore, con le forze armate che hanno neutralizzato gli oggetti considerati pericolosi utilizzando sistemi di difesa antiaerea. Le ricerche dei rottami dei droni abbattuti sono ancora in corso nelle zone orientali del paese.

Chiusi temporaneamente gli aeroporti

L’intervento ha portato alla chiusura temporanea di quattro aeroporti, tra cui Varsavia-Chopin e Lublino, oltre allo scalo di Rzeszów, divenuto negli ultimi due anni un hub cruciale per l’invio di aiuti militari occidentali all’Ucraina. La Federal aviation administration (Faa), l’agenzia federale statunitense per l’aviazione civile, ha confermato la chiusura temporanea degli scali polacchi per “attività militare non pianificata legata alla sicurezza nazionale”. Il premier Tusk ha convocato d’urgenza una riunione del Consiglio dei ministri alle 8 del mattino, ora locale, mantenendo contatti costanti con Mark Rutte, segretario generale della Nato.

L’attacco russo che ha provocato lo sconfinamento dei droni (415 in totale e oltre 40 missili) ha colpito duramente anche l’Ucraina orientale: secondo quanto riportato dalla Bbc, 24 persone sono state uccise e 19 ferite in un raid aereo contro un villaggio nella regione di Donetsk, dove le vittime si trovavano in fila per ritirare la pensione. L’episodio si inserisce in una fase particolarmente intensa del conflitto, dove le truppe di Mosca stanno portando avanti un’offensiva lenta ma costante in gran parte del Donetsk. Infatti, i tentativi diplomatici per raggiungere un accordo di pace sono sostanzialmente in stallo, nonostante i contatti tra Washington e Mosca degli ultimi mesi non abbiano prodotto risultati concreti.

Il contesto geopolitico e le tensioni crescenti

L’incidente avviene in un momento di particolare tensione nella regione. Solo 24 ore prima dell’abbattimento dei droni, il presidente polacco aveva lanciato un monito durante una conferenza stampa a Helsinki, affermando che Putin sarebbe pronto a invadere altri paesi dopo l’aggressione all’Ucraina. La tempistica dell’incursione assume ancora maggiore rilevanza se si considera che venerdì 13 settembre Russia e Bielorussia daranno il via alle esercitazioni militari congiunte denominate “Zapad”, che hanno già sollevato preoccupazioni per la sicurezza regionale.

La Polonia aveva annunciato martedì la chiusura del confine con la Bielorussia proprio in risposta a quelle che Varsavia definisce manovre “molto aggressive”, oltre al numero crescente di provocazioni da parte di Mosca e Minsk. Anche la vicina Lituania ha deciso di rafforzare i controlli alla frontiera, segno di un’allerta generalizzata tra i paesi membri della Nato che confinano con Russia e Bielorussia.

L’incidente arriva inoltre in un momento delicato per la diplomazia internazionale: il presidente americano Donald Trump aveva dichiarato nel fine settimana di essere pronto a passare a una seconda fase di sanzioni contro la Russia, dopo mesi di negoziati infruttuosi per un accordo di pace. L’abbattimento dei droni sul territorio polacco rischia ora di complicare ulteriormente ogni tentativo di mediazione.

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