mercoledì, Settembre 10, 2025

L'Europa batte un colpo: Ursula von der Leyen propone un primo pacchetto di sanzioni contro Israele

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Per la prima volta nella storia dell’Unione europea, la presidenza della Commissione ha proposto sanzioni contro Israele. Lo ha fatto Ursula von der Leyen durante il discorso istituzionale più importante dell’anno: quello sullo Stato dell’Unione. “La carestia provocata dall’uomo non può mai essere un’arma di guerra”, ha dichiarato mercoledì 10 settembre von der Leyen davanti al Parlamento europeo riunito a Strasburgo per il tradizionale discorso che ogni settembre delinea le priorità politiche e legislative per l’anno successivo. Davanti a un’aula divisa tra applausi e fischi, la leader tedesca ha annunciato che l’Europa sospenderà tutti gli aiuti bilaterali a Israele e proporrà sanzioni contro ministri estremisti e coloni violenti. Ha anche chiesto la sospensione parziale dell’accordo di associazione che dal 1995 garantisce a Tel Aviv vantaggi commerciali preferenziali con il mercato europeo.

Le misure annunciate e il percorso verso l’approvazione

Il pacchetto di misure proposto dalla Commissione europea prevede tre livelli di intervento contro Israele. Il primo riguarda la sospensione immediata di tutti i finanziamenti bilaterali, con l’eccezione dei fondi destinati alla società civile israeliana e al memoriale dell’Olocausto Yad Vashem. Il secondo livello prevede sanzioni personali contro quelli che ha definito ministri estremisti, riferendosi implicitamente a figure come Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich, già sanzionati unilateralmente da Svezia e Paesi Bassi per le loro dichiarazioni di incitamento alla violenza contro i palestinesi in Cisgiordania.

Il terzo e più significativo intervento riguarda la sospensione parziale dell’accordo di associazione Ue-Israele, specificamente nelle parti relative al commercio. Questo accordo garantisce a Israele un accesso preferenziale al mercato europeo e la sua sospensione rappresenterebbe un colpo economico significativo per Tel Aviv. L’alto rappresentante per la politica estera Kaja Kallas aveva già sottoposto agli stati membri dieci diverse opzioni per sanzionare Israele, mentre la Commissione aveva recentemente proposto di escludere parzialmente il paese dal programma di ricerca Horizon Europe.

Tuttavia, l’implementazione di queste misure non sarà automatica. Sia le sanzioni che la sospensione dell’accordo commerciale richiedono l’unanimità dei 27 stati membri, un ostacolo che finora ha paralizzato ogni tentativo di azione europea sulla questione palestinese. Paesi come Germania, Repubblica Ceca e Ungheria hanno sistematicamente bloccato proposte simili e continuano a fornire armi all’esercito israeliano. C’è da dire, però, che l’Ue ha stabilito che alcune misure commerciali potrebbero essere sospese con una maggioranza qualificata del 55% dei paesi (15) in rappresentanza di almeno il 65% della popolazione europea, quindi senza che sia necessaria l’unanimità.

Il contesto politico europeo e le altre priorità del discorso

Il discorso sullo Stato dell’Unione rappresenta molto più di una semplice dichiarazione programmatica. Istituito nel 2010 sull’esempio americano, questo appuntamento annuale serve a rendere più trasparente e democratica la politica europea, permettendo al presidente della Commissione di presentare pubblicamente le iniziative legislative per i dodici mesi successivi. Quest’anno il discorso di Ursula von der Leyen arriva in un momento particolarmente delicato, all’inizio del suo secondo mandato dopo le elezioni europee di giugno che hanno visto un rafforzamento delle forze euroscettiche e di estrema destra.

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