giovedì, Settembre 11, 2025

2026: l'odissea di Ursula von der Leyen su digitale, IA e quantum computing entra nel vivo

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Ormai lo abbiamo capito, è sul terreno dell’innovazione che si gioca la partita dell’Europa per il recupero della competitività e della crescita economica. Ma a un anno dalla presentazione dei rapporti a firma di Mario Draghi ed Enrico Letta – che avevano già tracciato una roadmap cristallina – si arranca praticamente su tutta la linea.

Cosa ha detto Ursula von der Leyen

Tant’è che lo stesso ex presidente del Consiglio Mario Draghi, dal palco dell’ultima edizione del Meeting di Rimini, ha lanciato una nuova stoccata alla Commissione europea: “Il 2025 sarà ricordato come l’anno in cui è evaporata l’illusione dell’Europa di contare” ancora qualcosa, ha detto invitando all’azione “urgente”. La presidente Ursula von der Leyen ci prova, a imprimere una svolta: nel discorso sullo Stato dell’Unione sono stati indicati una serie di obiettivi, per ora sulla carta, ma su cui l’Europa intende accelerare. Il 2028 è stato fissato come l’anno X per il mercato unico su telecomunicazioni, energia e finanza. E una serie di iniziative sono state annunciate sul fronte della sovranità tecnologica e digitale facendo leva in particolare su cloud, intelligenza artificiale e quantum computing.

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Il mercato unico deve porre l’attenzione sulle telecomunicazioni

Presenteremo una tabella di marcia per il mercato unico al 2028”, ha annunciato la presidente della Commissione europea accendendo i riflettori sui dati del Fondo monetario internazionale secondo cui le barriere interne equivalgono a veri e propri dazi, nell’ordine del 45% sui beni e del 110% sui servizi. E tornando al report di Mario Draghi secondo quanto emerge dalle rilevazioni dello European policy innovation council che ne sta monitorando l’implementazione, dopo 12 mesi solo l’11% delle raccomandazioni è stato raccolto e addirittura il 25% è rimasto ignorato. Telecomunicazioni (Tlc), energia e finanza sono i tre settori su cui l’Europa punta a imprimere l’accelerazione.

A proposito di telecomunicazioni, Connect Europe, l’associazione che rappresenta i principali operatori del Vecchio continente, ha esortato per l’ennesima volta a “un’ambiziosa deregolamentazione” e a “una coraggiosa semplificazione” nell’ambito della consultazione sul Digital Networks Act, la strategia sui cui l’Europa mira a sciogliere le riserve entro fine anno. L’associazione ricorda che stando all’attuale ritmo di marcia l’Europa potrà raggiungere gli obiettivi sullo sviluppo di infrastrutture legate alla fibra ottica non prima del 2051. E in tema di 5G è clamoroso il ritardo sulle reti stand alone rispetto a Stati Uniti e Cina. “Con una miriade di operatori che servono in media solo 5 milioni di abbonati ciascuno (rispetto ai mercati molto più grandi di USA e Cina), l’Europa non ha la scala necessaria per investimenti a lungo termine in una connettività sicura e all’avanguardia”, evidenzia il direttore generale Alessandro Gropelli.

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