venerdì, Settembre 12, 2025

Ora in Nepal il nuovo governo si “decide” su Discord, il social dei gamers

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Prima il blocco dei social network, poi i negoziati per trovare un nuovo premier su Discord, un social network. L’ultima folle settimana del Nepal è iniziata il 5 settembre, quando nel paese è diventata operativa una legge che ha messo fuori uso tutta una serie di piattaforme digitali, come Facebook, Instagram e YouTube. Questo ha scatenato profonde proteste portate avanti dalla Generazione Z, con un bilancio di circa almeno 50 morti e istituzioni come il parlamento dati alle fiamme.

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I social network sono stati poi ripristinati e il primo ministro KP Sharma Oli si è dimesso, facendo cadere il governo. Questo non ha fermato le tensioni e ora la partita si è spostata su Discord, un social network statunitense dove centinaia di migliaia di nepalesi hanno discusso in chat di gruppo aperte a tutti sui nomi che dovranno comporre il nuovo governo. E i militari, che controllano temporaneamente il paese, gli hanno dato ascoltato, incontrandoli e convocando il loro candidato premier.

Come siamo arrivati su Discord

Nelle scorse settimane il Nepal ha approvato una legge che ha ristretto l’operatività dei social network e delle piattaforme digitali nel paese, chiedendo apposite licenze per operare in modo da controllare fake news e discorsi d’odio. 26 siti, tra cui Facebook, Instagram e YouTube, hanno ignorato la deadline e questo ha portato al loro blocco a partire dal 5 settembre.

Il blocco ai social network ha portato allo scontro sociale, in un paese dove le autorità già da tempo erano sotto accusa per autoritarismo, corruzione e nepotismo. Le proteste sono state portate avanti dai più giovani, la Gen Z, e hanno da subito assunto un’impronta violenta. Sono state assaltate le case di esponenti politici, è stato dato alle fiamme e distrutto il Singha Durbar, sede di diversi ministeri a Kathmandu, mentre la polizia ha reagito in modo brutale. Il bilancio di oltre 30 morti e centinaia di feriti ha portato prima alle dimissioni del ministro dell’Interno, poi a quelle del premier KP Sharma Oli e alla caduta del governo. Nel frattempo il blocco ai social network è stato revocato, ma questo non ha contribuito a far tornare la situazione alla calma.

Discord, popolare per i gamer, “ospita” il parlamento nepalese

Dal 9 settembre il Nepal è sotto il controllo dei militari, che hanno imposto un coprifuoco nella capitale Kathmandu e hanno imposto limitazioni agli assembramenti. L’esercito in questi giorni ha avviato le consultazioni per formare un nuovo governo e protagonista in questo senso è diventato il social network Discord.

La piattaforma americana è molto popolare tra gli appassionati dei videogiochi. Ma in Nepal si è trasformata in un’agorà virtuale dove centinaia di migliaia di persone si sono ritrovate a discutere su chi debba essere il nuovo primo ministro. Hami Nepal, un’organizzazione non governativa che ha assunto un ruolo chiave nelle proteste, ha creato una chat aperta che attualmente conta circa 150mila persone, mentre altre discussioni si sono sviluppate su chat e sottogruppi più contenuti. Tra messaggi di testo, audio, immagini e sondaggi i partecipanti alla chat hanno discusso in modo confusionario sulla composizione del nuovo esecutivo e alla fine hanno tirato fuori un nome condiviso, quello di Sushila Karki, ex presidente della Corte suprema del Nepal. E la proposta è stata presa in considerazione dai militari, che hanno incontrato i coordinatori della chat e l’11 settembre hanno convocato Karki, insieme al presidente del paese Ram Chandra Poudel, per valutare la possibilità di formare un nuovo governo sotto la sua guida.

“Il parlamento del Nepal adesso è su Discord”, ha sottolineato al New York Times l’attivista Sid Ghimire, sottolineando come il social network abbia assunto un ruolo decisivo per il futuro del paese. A conferma di questo anche il fatto che sulla televisione nepalese vengono trasmesse spezzoni delle chat di Discord mentre ci sono siti che hanno avviato un live streaming di queste discussioni online. Come ha spiegato Shaswot Lamichhane, uno dei moderatori della chat creata da Hami Nepal, il gruppo è rappresentativo di una piccola parte della popolazione nepalese e dunque l’obiettivo non è imporre un premier, ma avere una figura con un certo sostegno popolare che svolga un mandato ad interim e conduca poi a nuove elezioni.

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