venerdì, Settembre 12, 2025

Video di Charlie Kirk, se li avete visti senza volerlo dovete ringraziare lo smantellamento della moderazione sui social

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Giovedì mattina, su Instagram, una ricerca della chiave “Charlie Kirk shot” produceva come primo risultato un video ravvicinato dell’attentato, che veniva visualizzato automaticamente come miniatura e senza alcun avviso. Al momento in cui è stato scritto questo articolo, il filmato aveva 15,3 milioni di visualizzazioni.

L’opacità delle policy delle piattaforme

Oltre a essersi diffusi rapidamente, in alcuni casi questi video violano chiaramente le politiche dei social media dove sono stati condivisi. I termini d’uso di TikTok affermano per esempio che la società non consente contenuti “cruenti, raccapriccianti, inquietanti o estremamente violenti“.

Siamo addolorati per l’assassinio di Charlie Kirk ed estendiamo le nostre più sentite condoglianze a sua moglie Erika, ai loro due figli piccoli, alla loro famiglia e ai loro amici – ha dichiarato in un comunicato Jamie Favazza, portavoce di TikTok. Questi orribili atti di violenza non hanno posto nella nostra società. Continuiamo a portare avanti l’impegno per far rispettare in modo proattivo le nostre linee guida della comunità e abbiamo implementato ulteriori misure di salvaguardia per evitare che le persone visualizzino inaspettatamente filmati che violano le nostre regole“.

Su altre piattaforme, il video di Kirk rientra in una categoria ambigua. Per alcuni contenuti, le regole di Meta prevedono limitazioni in base all’età, la presenza di avvertimenti e la rimozione di alcune rappresentazioni esplicite di violenza.

Un portavoce di Meta ha dichiarato che la società sta applicando un’etichetta (“Segnala come sensibile”) ai video e che ne sta impedendo la visualizzazione agli utenti con meno di 18 anni, in base alle sue regole sui contenuti violenti ed espliciti. Il portavoce ha aggiunto che Meta si affida a 15mila persone per la revisione dei contenuti (non specificando però se si tratta di dipendenti o di collaboratori) e che non ammette video che glorifichino, rappresentino o sostengano l’attentato e il suo autore.

Non consentiamo contenuti che esaltano, supportano o rappresentano eventi che Meta considera violazioni violente, tra cui attacchi terroristici, episodi d’odio, atti di violenza con più vittime o tentativi di atti di violenza con più vittime, omicidi seriali o crimini d’odio, né consentiamo (1) l’esaltazione, il supporto o la rappresentanza dei colpevoli di tali attacchi; (2) contenuti generati dai colpevoli correlati a tali attacchi; o (3) immagini che mostrano il momento di tali attacchi su vittime visibili”, si legge nel Centro per la trasparenza del colosso. Nonostante tutto questo, per ora l’azienda permette che i filmati dell’attentato circolino sulle sue piattaforme.

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