lunedì, Settembre 29, 2025

Occhi di gatto, cosa pensiamo della 'furba' (ma neanche troppo) serie francese ispirata alle sorelle ladre inventate da Tsukasa Hojo

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Ai francesi i cartoni animati giapponesi degli anni ’70-80 piacciono quasi più che a noi, e non è così strano che dopo l’orrido film su Lady Oscar del 1979 e il recente e altrettanto brutto live action su City Hunter del 2019, a qualcuno venga in mente di adattare in serie Occhi di gatto. Anche le avventure delle tre sorelle, come quelle del dongiovanni Ryo Saeba, nascono dalla matita del maestro Tsukasa Hojo, il quale ha dato la sua benedizione (previo compenso) alla serie francese da qualche giorno disponibile su RaiPlay. Lo show nasce con l’intento – applicabile anche al pubblico italiano – di riaccendere la nostalgia nella generazione cresciuta a pane e cartoni, ovvero il pubblico di riferimento ideale di questa produzione (molto più degli otaku occidentali che divorano anime su Crunchyroll).

La serie, munita di una cover della sigla originale francese che è una dichiarazione d’intenti, è incentrata sulle sorelle Chamade, Sylia, Alexia e Tamara (i nomi sono gli stessi dati a Rui, Ai e Hitomi Kisugi nella versione gallica del cartone animato. In quella nostrana erano Kelly, Tati e Sheila). Nonostante la colonna sonora tipicamente anni ’80, da Cyndi Lauper agli A-ha, la miniserie di Michel Catz (!) è ambientata ai giorni nostri e segue una trama un po’ diversa: Tamara è tornata a Parigi dopo un periodo di lontananza per dimostrare che il padre gallerista, morto dodici anni prima, non è perito casualmente in un incendio nel quale sono andate distrutte anche le opere della sua collezione, bensì è stato vittima di un piano per sottrargli i quadri. Per dimostrarlo, Tam ruba un dipinto che riconosce come di proprietà del genitore, mettendosi contro alcuni avidi contrabbandieri d’arte. Il suo ritorno è dirompente anche a livello personale e familiare: la sorella maggiore è offesa e risentita dalla sua fuga anni prima, e irritata dalle sue velleità di ladra giustiziera mentre la maggiore, ancora studentessa, quando non vendica fanciulle vittime di cyberbullismo cerca di farsi coinvolgere nei furti della sorella. A complicare le cose, il fatto che uno dei poliziotti assegnati ai casi criminali collegati al mondo dell’arte sia l’ex di Tamara, e che la sua collega, gelosa e vendicativa, sia la sua attuale partner.

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