lunedì, Settembre 29, 2025

Il discorso di Macron sul riconoscimento dello stato di Palestina alle Nazioni Unite

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Da qui la dichiarazione ufficiale: “Il momento è arrivato. Ecco perché, fedele all’impegno storico del mio paese verso il Medio Oriente e la pace tra Israele e i palestinesi, dichiaro che oggi la Francia riconosce lo stato di Palestina”.

Macron ha poi presentato il piano francese per la creazione di una “Autorità palestinese rinnovata”, elaborato nei mesi precedenti insieme all’Arabia Saudita. Il progetto prevede una Forza di stabilizzazione internazionale (Fsi) che accompagni l’Autorità Palestinese nella gestione di Gaza attraverso tre fasi: una fase di emergenza con cessate il fuoco, rilascio degli ostaggi e ripristino dei corridoi umanitari; una seconda fase dedicata alla governance, alla sicurezza e alla ricostruzione di Gaza; e una terza fase orientata alla prospettiva dei due stati. Il presidente francese ha precisato che l’apertura di un’ambasciata francese in Palestina sarà rinviata fino al rilascio degli ostaggi, come già comunicato nei colloqui preparatori con i leader europei.

Le altre dichiarazioni del summit, da Abbas a Sánchez

Nel suo intervento, il primo ministro belga Bart De Wever ha precisato che il riconoscimento del Belgio “avrà valore legale soltanto dopo il rilascio di tutti gli ostaggi e quando Hamas non sarà più al potere a Gaza”, aggiungendo che l’apertura di relazioni diplomatiche avverrà “solo dopo il disarmo di Hamas, le elezioni presidenziali e parlamentari palestinesi e la formazione di un nuovo governo”. Il primo ministro lussemburghese Luc Frieden, il primo ministro maltese Robert Abela, il principe Alberto II di Monaco e la ministra degli esteri di Andorra Imma Tor Faus hanno fatto annunci simili.

Il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas ha partecipato in videoconferenza dalla sede dell’Autorità Palestinese a Ramallah, formato reso necessario dopo che l’amministrazione del presidente americano Donald Trump gli ha negato il visto per recarsi a New York. Il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres ha definito “deludente” la decisione americana durante il suo intervento, affermando che “la statualità per i palestinesi è un diritto, non una ricompensa”. Abbas ha confermato dal collegamento video tutti gli impegni presi nella lettera inviata a giugno a Macron e al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, documento che aveva sbloccato la preparazione della conferenza. Gli impegni includono “il disarmo di Hamas, l’esclusione del gruppo terrorista dalla governance futura, la lotta contro l’incitamento all’odio e l’attuazione di una riforma della governance palestinese”. Il leader palestinese, al potere dal 2005, ha ribadito la sua condanna dell’attacco del 7 ottobre e ha chiesto “il rilascio di tutti gli ostaggi rimasti”.

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