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Il principale vantaggio di uno smartphone compatto? La facilità d’uso. Tornare a gestire il telefono con una sola mano, senza acrobazie o il timore costante che cada, è un’esperienza che porta con sé una sensazione di comodità tanto piacevole quanto ormai quasi dimenticata. Più leggeri e decisamente meno ingombranti dei fratelli maggiori, questi dispositivi sono inoltre perfetti per chi ha dita agili ma non troppo lunghe, per chi infila spesso il telefono nei jeans o nella giacca, e per chi vuole dire addio all’effetto “tablet in tasca” che deforma ogni silhouette e che può risultare fastidioso nei movimenti.
Naturalmente, qualche compromesso tecnico è inevitabile. I produttori tendono a concentrare le feature più spinte nei modelli top di gamma, che sono spesso più grandi. Tradotto in altri termini: scegliere un compatto può voler dire rinunciare (magari solo in minima parte) a fotocamere di livello pro, batterie extralarge o display ultra definiti. Anche il raffreddamento interno diventa una sfida nei formati ridotti, con possibili limiti nelle situazioni più stressanti, come gaming spinto o registrazione video in 4K.
Nel mondo degli smartphone compatti entrano a questo punto di diritto anche i modelli pieghevoli con design “a conchiglia”. A dispositivo aperto offrono schermi generosi, ma una volta chiusi diventano decisamente più gestibili in tasca. Sono solitamente un po’ più spessi rispetto agli smartphone tradizionali, ma l’altezza ridotta li rende più pratici da trasportare, con un ingombro paragonabile a quello di un portafogli. Le cerniere, un tempo punto debole, oggi sono molto più solide, così come è migliorata la resistenza a urti e all’umidità.