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L’idea di Mindstate è quella di utilizzare questo “tofu psichedelico” come base da combinare con altre molecole per ottenere stati di coscienza mirati. Per la sua prima combinazione, racconta DiNardo, l’azienda punta a sviluppare un farmaco in grado di ridurre l’ansia, aumentare la capacità introspettiva e amplificare la percezione estetica. Non è stata ancora definita un’indicazione clinica precisa per la sostanza, ma tra le ipotesi considerate ci sono i disturbi dell’umore, i disturbi compulsivi e le fobie.
Tra approvazione e scetticismi
Il lavoro di Mindstate è ancora in una fase iniziale. Ma se il farmaco dovesse dimostrarsi efficace nei prossimi trial, l’azienda dovrà affrontare gli ostacoli regolatori legati all’approvazione di un composto psichedelico da parte della Food and drug administration (Fda). Lo scorso anno, l’agenzia ha respinto la terapia assistita da Mdma per il trattamento del disturbo da stress post-traumatico: dopo che un comitato consultivo aveva sollevato dubbi sull’efficacia a lungo termine e sulla natura del supporto psicologico fornito dal trattamento, la Fda ha richiesto uno studio aggiuntivo per valutarne meglio sicurezza ed efficacia.
Mindstate e altre aziende che stanno lavorando sugli psichedelici hanno intenzione di separare i loro prodotti dalla psicoterapia e chiedere all’Fda di valutare soltanto la molecola. DiNardo immagina che i prodotti di Mindstate possano essere somministrati in modo simile a Spravato, un trattamento a base di ketamina per la depressione: sotto la supervisione di un operatore sanitario che monitora il paziente per garantirne la sicurezza, ma senza guidarlo attraverso una sessione di psicoterapia.
“Questi risultati suggeriscono che un’esperienza psichedelica lieve, priva di allucinazioni, potrebbe rivelarsi sicura e potenzialmente terapeutica, soprattutto se catalizzata da un percorso di supporto psicologico”, afferma Alan Davis, direttore del Centro per la ricerca sui farmaci psichedelici della Ohio state university.
Davis sottolinea che uno psichedelico “più sicuro” potrebbe essere somministrato anche a persone oggi escluse dai trial clinici sugli psichedelici, come chi soffre di disturbi psicotici, disturbi di personalità o altre condizioni in cui non sarebbe prudente usare una sostanza psichedelica classica.
Rachel Yehuda, direttrice del Parsons research center for psychedelic healing presso il Mount Sinai health system, ritiene che la piattaforma AI di Mindstate sia un approccio interessante per la scoperta di nuovi farmaci, ma non considera il composto testato dall’azienda un vero psichedelico. “Ci sono molti farmaci che alterano l’umore senza essere psichedelici”, spiega. “Gli psichedelici hanno valore proprio per la loro ricchezza, la loro imprevedibilità e la profondità che deriva dal confronto con l’inconscio”.
Chi ha assunto psichedelici racconta spesso che le visioni e lo stato alterato sperimentati durante un trip consentono un’elaborazione emotiva più profonda, che aiuta a gestire eventi difficili o traumatici. Gli psichedelici possono stimolare un percorso di scoperta personale o la rivalutazione della propria vita da una prospettiva nuova.
Non tutti, però, tra chi cerca sollievo da un disturbo psichiatrico desiderano fare i conti con effetti così intensi. “Molte persone che soffrono di depressione o ansia vogliono semplicemente stare meglio”, conclude Yehuda. “E va bene così.”
Questo articolo è apparso originariamente su Wired US.