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Cosa c’entrano i Pokémon con i tentativi dell’amministrazione Trump di prendere provvedimenti contro la presunta immigrazione illegale degli Stati Uniti? Apparentemente non dovrebbero centrare nulla, dato che da una parte si parla di creature animate simil-mostruose e dall’altro di esseri umani che vivono nella maggior parte dei casi in situazioni di difficoltà. Eppure qualcuno al famigerato ICE (Immigration and Customs Enforcement), l’agenzia federale del Dipartimento di sicurezza americano, qualcuno deve aver pensato che collegare i due temi fosse efficace a livello comunicativo. In un video diffuso nei giorni scorsi sui social del Dipartimento stesso, si vedono sovrapposte le immagini dei raid degli agenti ICE con quelle della serie animata che vede il giovane Ash Ketchum nella sua missione per catturare quanti più “pocket monsters” possibili, con tanto di sigla. In entrambi i casi lo slogan è: “Gotta catch’em all”, bisogna catturarli tutti.
L”uso inquietante dei fac-simile delle card dei Pokémon
Come se non bastasse, la clip si conclude con fac-simile delle card collezionabili dei Pokémon stessi, con al posto delle varie creature i volti di veri uomini e donne detenuti dall’ICE, con in evidenza la scritta dei loro crimini (traffico di esseri umani, omicidio, rapina ecc.). L’indignazione da parte dei fan del franchise giapponese noto in tutto il mondo ma anche di altre persone è stato immediato, con questo accostamento tra mondo fittizio e agghiacciante realtà considerato pressoché disumano. Non è tardata anche la reazione ufficiale di chi detiene i diritti di questi personaggi: “Siamo a conoscenza di un recente video pubblicato dal Dipartimento della sicurezza che include immagini e linguaggi associati al nostro brand”, si legge in un comunicato ufficiale della Pokémon Company International: “La nostra società non è stata coinvolta nella creazione o nella distribuzione di questo contenuto, e il permesso per utilizzare la nostra proprietà intellettuale non era stato concesso”.
Non è la prima volta che il Dipartimento di sicurezza utilizza riferimenti a società o celebrità che non erano consapevoli o favorevoli allo sfruttamento della loro immagine. Questa settimana anche il comico Theo Von è stato costretto a prendere le distanza dall’istituzione governativa che aveva utilizzato una sua clip audio a proposito della deportazione di immigrati clandestini ( “So che sapete il mio indirizzo per mandarmi un assegno”, ha scritto lui su X/Twitter). Ma la compagine di Trump ha una lunga tradizione di utilizzare impropriamente l’immagine altrui: notorio è il fatto che l’attuale presidente, nella sua ultima campagna presidenziale, aveva usato un video con le fattezze di Taylor Swift manipolate con l’AI senza autorizzazione; allo stesso modo nei suoi comizi aveva utilizzato diverse canzoni senza chiedere l’autorizzazione dei rispettivi artisti, molti dei quali avevano preso le distanze e chiesto la rimozione dei relativi video.