Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Non manca un passaggio sul sostegno manifestato da Netanyahu per i piani del presidente statunitense Donald Trump, che ha proposto di espellere con la forza tutti i palestinesi da Gaza, una strategia che Navi Pillay, capo della Commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite sui Territori palestinesi occupati, ha descritto come pulizia etnica.
L’appello degli esperti
La risoluzione esorta il governo israeliano a cessare immediatamente gli atti genocidari, i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità, come l’uccisione deliberata di civili, l’uso della fame come arma, il blocco degli aiuti umanitari, la violenza sessuale e riproduttiva e lo sfollamento forzato.
A Israele e a tutti gli altri stati membri delle Nazioni Unite viene anche chiesto di sostenere “un processo di riparazione e giustizia di transizione che garantisca democrazia, libertà, dignità e sicurezza a tutta la popolazione di Gaza“.
Concludendo che quello in atto a Gaza è un genocidio, lo Iags si aggiunge alle prese di posizione di diversi enti internazionali, come Amnesty international, Human rights watch, Forensic architecture, Dawn, B’Tselem e Physicians for human.
Come ampiamente prevedibile, Israele ha categoricamente respinto le accuse. Il ministero degli Esteri del paese ha definito “vergognosa” la risoluzione, recriminando allo Iags di aver creato “un precedente storico” e di prendersela con quella che in realtà è la “vittima di genocidio”.
Da parte sua, Melanie O’Brien, presidente dello Iags e docente di diritto internazionale presso l’Università dell’Australia occidentale, ha dichiarato ad Associated Press che “gli esperti di genocidio sono in grado di valutare la situazione per quello che è davvero“.
Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.