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A fine luglio 2025 il nuovo scenario digitale europeo è già operativo. Con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act (Eaa) lo scorso 28 giugno, aziende, e-commerce e pubblica amministrazione sono obbligati a garantire la piena accessibilità di siti, app, documenti e servizi online. In Italia questo riguarda da vicino 13 milioni di persone con disabilità, pari a oltre il 20% della popolazione, mentre a livello globale le persone con disabilità sono un miliardo, con un potere di spesa stimato di 500 miliardi di dollari l’anno.
In questo contesto opera AccessiWay, fondata a Torino nel 2021 e oggi parte del gruppo internazionale team.blue, che affianca oltre 1500 aziende e istituzioni — tra cui Intesa Sanpaolo, Barilla, Lavazza e Allianz — per aiutarle a rispettare la normativa e a costruire esperienze digitali inclusive. L’amministratore delegato e cofondatore Amit Borsok risponde alle domande di Wired su cosa cambia e come adeguarsi.
Dal 28 giugno cosa succede, in concreto, a chi ha un sito o un’app non accessibili? Può fare un esempio di violazione tipica?
“Dal 28 giugno 2025, in base all’European Accessibility Act (Eaa), le aziende con siti web o app inaccessibili rischiano denunce legali, sanzioni pecuniarie e persino l’esclusione dagli appalti pubblici. La non conformità potrebbe anche comportare la sospensione dei servizi o il ritiro dei prodotti e il divieto di vendita nei mercati dell’Unione europea. Una tipica violazione potrebbe essere qualcosa di semplice, come l’impossibilità per un utente con lettore di schermo di completare un acquisto perché i pulsanti non sono etichettati correttamente o un modulo non può essere navigato con una tastiera”.
Le sanzioni variano da paese a paese. Quali sono i rischi concreti?
“In Italia, ad esempio, le aziende che non rispettano i requisiti di accessibilità possono incorrere in azioni legali e multe significative, fino a 40mila euro per le Pmi e fino al 5% del fatturato annuale per le grandi aziende. Un altro rischio è che i software e i siti web non conformi vengano ritirati dal mercato e che le applicazioni vengano sospese dagli app store. In Germania le multe possono arrivare a 100mila euro mentre in Svezia possono arrivare a 870mila euro. In Irlanda, le violazioni possono addirittura comportare pene detentive fino a 18 mesi. È importante capire che l’Eaa non si applica solo alle aziende con sede in Europa. Qualsiasi azienda che si rivolga o serva clienti negli Stati membri dell’Unione europea, sia attraverso un sito web, un’applicazione o un servizio online, dovrà adeguarsi”.
Quali sono i quattro requisiti chiave dell’accessibilità digitale secondo l’Eaa? Può spiegare ognuno con un caso pratico?