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“La scrittura a mano è importantissima“, afferma Robert Wiley, professore di psicologia presso l’Università del North Carolina a Greensboro, la cui ricerca si concentra sul modo in cui il cervello elabora il linguaggio scritto. “Non in senso assoluto: le persone non diventeranno analfabete. Ma alcuni bambini avranno più difficoltà di apprendimento perché gli manca questa competenza? Sì“.
Wiley sottolinea anche un altro aspetto. Negli ultimi due decenni circa, c’è stata anche una spinta maggiore verso le materie Stem, che in alcuni casi ha sottratto tempo all’insegnamento della scrittura a mano. Secondo Wiley, però, è un errore pensare che sapere scrivere correttamente non sia necessario. I matematici devono comunque annotare i problemi e gli scienziati hanno bisogno di prendere appunti in laboratorio: tutte attività che possono essere fatte digitalmente, ma che richiedono competenze comunicative di base. “La scienza, la tecnologia: non avanza in questi campi senza leggere e scrivere“, osserva il docente.
E anche se i bambini acquisiscono un’adeguata capacità di scrittura alle elementari, c’è sempre la possibilità che la perdano. Durante la nostra conversazione, ho confessato a Wiley che temo di perdere lo stile perfezionato anni fa. Una paura che a quanto pare non è infondata. L’eccessiva dipendenza dalle tastiere può portare alla cosiddetta “amnesia dei caratteri“. In parole povere, passando più tempo a digitare le lettere ci si dimentica come rappresentarle fisicamente. Questo fenomeno è particolarmente comune tra le persone che parlano cinese, che devono barcamenarsi tra migliaia di caratteri e spesso si affidano agli alfabeti della tastiera per scrivere un termine foneticamente e poi selezionare il carattere corrispondente.
Un alleato insperato?
Controintuitivamente però l’intelligenza artificiale potrebbe stimolare una rinascita della scrittura a mano. La tendenza degli studenti a esternalizzare il pensiero critico agli llm ha portato scuole e università a cercare metodi per scongiurare plagi e imbrogli. Da quando ChatGPT ha cambiato il mondo dell’istruzione, come scrive Inside Higher Ed, i professori universitari stanno considerando di riportare in auge gli esami scritti a mano. Secondo un articolo del Wall Street Journal, negli Stati Uniti le vendite dei cosiddetti blue books, i quaderni tradizionalmente usati per gli esami, sono in aumento. Presto, scrivere a mano potrebbe diventare insomma una delle poche cose che uno studente può fare per dimostrare di non essere un bot.