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In tre settimane in Italia sono state bloccate oltre 43 milioni di chiamate truffa provenienti dall’estero che fingevano di arrivare da numeri nazionali. A comunicarlo è l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), che ha presentato i primi risultati dei sistemi di blocco automatico introdotti dagli operatori telefonici contro lo spoofing.
La lunga battaglia contro lo spam telefonico
Cos’è lo spoofing?
Per spoofing si intende la tecnica, usata soprattutto da call center stranieri, che consiste nel mascherare il numero reale e far apparire sul display quello di una banca, delle poste, di un fornitore di energia o di un ente pubblico, inducendo così chi riceve la telefonata a fidarsi e a cadere nella trappola. Ovvero nella potenziale frode. In media i filtri contro lo spam telefonico intercettano 1,3 milioni di chiamate fraudolente al giorno, pari al 5,74% di tutte quelle ricevute, ma in alcuni momenti il fenomeno ha raggiunto picchi ben più gravi, arrivando a costituire fino al 60% del traffico telefonico complessivo, ha spiegato l’Agcom.
Il meccanismo di difesa e i risultati ottenuti
Lo spoofing funziona manipolando il Cli (Caller line identification), cioè il sistema che permette ai telefoni di mostrare il numero del chiamante sul display di chi riceve la chiamata. I truffatori alterano questo identificativo per far apparire un numero nazionale, pur provenendo dall’estero. Per contrastare il fenomeno, l’Autorità per le comunicazioni italiana ha introdotto sistemi di filtraggio che intercettano e bloccano automaticamente le chiamate sospette prima che raggiungano le reti nazionali, proteggendo gli utenti.
Il sistema si è rivelato efficace: secondo i dati raccolti nelle prime settimane di applicazione, si è registrata una riduzione significativa dei tentativi di spoofing dalla data di implementazione del blocco. I nove operatori telefonici coinvolti hanno registrato percentuali di blocco molto diverse tra loro, variabili dallo 0,26% al 97,51% del traffico totale, una differenza che l’Agcom attribuisce alla diversa composizione del traffico in ingresso presso ciascun operatore. Un aspetto interessante emerso dall’analisi riguarda la variabilità settimanale del traffico fraudolento: i volumi di chiamate bloccate subiscono una drastica riduzione durante i fine settimana e i periodi festivi, in particolare nella settimana di Ferragosto, quando le attività di telemarketing illegale e le truffe telefoniche diminuiscono sensibilmente.
La complessità tecnica dell’implementazione ha richiesto una distinzione tra Cli di rete fissa e mobile. Se per i primi i blocchi sono entrati in vigore il 19 agosto, per i numeri mobili l’attuazione è prevista entro il prossimo 19 novembre, una scadenza che preoccupa gli esperti del settore. L’Agcom stessa prevede infatti che i truffatori, di fronte al blocco dei numeri fissi, si sposteranno progressivamente verso l’utilizzo di Cli mobili italiani o numeri internazionali di paesi terzi per aggirare i filtri, una tendenza già osservata negli Stati Uniti dove il sistema Stir/Shaken per l’autenticazione delle chiamate è operativo dal 2021.
Spoofing, lo scenario internazionale e le sfide future
L’Italia non è sola nella battaglia contro lo spoofing telefonico. La Spagna ha adottato nel febbraio 2025 un regolamento che obbliga tutti gli operatori a bloccare chiamate e messaggi con Cli non autorizzato. La Svezia ha seguito a marzo 2025 bloccando le chiamate internazionali in entrata che utilizzano un Cli nazionale, una misura simile a quella italiana ma estesa anche ai numeri mobili. Il Belgio sta invece valutando la creazione di una lista di numeri che non possono essere utilizzati per originare chiamate, un approccio complementare ai filtri automatici.