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Il fenomeno delle sim farm è tutt’altro che nuovo, anche quando si parla di dimensioni paragonabili a quelle del caso di New York. I criminali informatici utilizzano da tempo grandi insiemi di sim gestite centralmente per le finalità più disparate, dallo spam allo swatting, ma anche per creare account falsi e gonfiare in modo fraudolento l’engagement di campagne pubblicitarie e social. Generalmente le schede sono alloggiate in cosiddette “sim box” che possono controllare più di cento tessere alla volta, a loro volta collegate a server in grado di gestire migliaia di sim ciascuno.
Le sim farm consentono “la messaggistica di massa a una velocità e a un volume che sarebbero impossibili per un singolo utente“, ha dichiarato a Wired una fonte che lavora nel settore delle telecomunicazioni, e che ha chiesto di non rimanere anonima per via della delicatezza dell’indagine. “La tecnologia alla base di queste farm le rende estremamente flessibili: le sim possono essere ruotate per aggirare i sistemi di rilevamento, il traffico può essere mascherato a livello geografico e gli account possono simulare utenti reali“, spiega.
Una rete ben organizzata
La fonte dell’industria delle telecomunicazioni aggiunge che le immagini dei server e delle sim box pubblicate dal Secret service indicano un’operazione criminale “davvero organizzata“. “Significa che dietro c’è una grande intelligence e risorse significative“, osserva.
Coon sostiene che la sim farm di New York non rappresenta la più ampia rete di questo tipo negli Stati Uniti, ma è la più concentrata in un’area geografica così piccola. Dal momento che le sim box sono illegali negli Stati Uniti – continua – le centinaia trovate dal Secret service devono essere arrivate nel paese di contrabbando. Come esempio, l’esperto cita uno dei casi che ha seguito in prima persona, in cui i dispositivi erano stati importati dalla Cina, camuffati da amplificatori audio.
Anche la presenza di “rack puliti e ordinati” in una stanza ben illuminata punta a un’attività efficiente e professionale, dice Cathal Mc Daid, vicepresidente del settore tecnologico dell’azienda di telecomunicazioni e cybersecurity Enea. In effetti, le foto diffuse dal Secret service mostrano diversi scaffali pieni di apparecchiature per le telecomunicazioni disposte in modo ordinato, con singoli pezzi numerati ed etichettati, oltre a cavi sul pavimento protetti da nastro adesivo. Secondo Mc Daid, ogni sim box ospiterebbe circa 256 tra porte e modem.