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Atsu potrà contare su ben cinque diverse armi corpo a corpo e diverse armi secondarie. Oltre alla katana, potrà anche usare la lancia, le doppie spade, la nodachi e il kusari-gama. Potrà poi usare archi, coltelli da lancio (i kunai ninja) e persino armi da fuoco. Un vero arsenale che rende il combattimento molto vario e mai noioso.
Ogni arma è più indicata contro determinate armi o contro alcuni avversari specifici: ad esempio le doppie lame sono forti contro le lance, mentre la Nodachi è perfetta per eliminare i nemici più grossi di stazza. Queste regole però non sono un obbligo, ma solo una semplificazione: il gioco permette infatti di avere la meglio su qualsiasi avversario con qualsiasi arma senza grossi problemi. Inoltre, sarà persino possibile richiamare un lupo in nostro soccorso, combattendo con lui al nostro fianco.
Oltre alle armi potremo anche equipaggiare diversi tipi di armature, che sarà anche possibile potenziare, e degli amuleti che troveremo sparsi per la mappa. Ognuno di questi oggetti avrà dei bonus molto vari: si va dai semplici aumento dei danni o riduzione dei danni subiti fino al potenziamento di determinate armi o azioni, fino a cambiare le dinamiche di alcune armi. Ad esempio, un amuleto permetteva di mirare automaticamente con l’arco lungo alla testa dei nemici.
Pregando ad alcuni santuari potremo anche imparare nuove mosse con le armi; le più potenti consumeranno una risorsa chiamata spirito, indicata da alcune sfere sopra la salute. Oltre che per le mosse, lo spirito servirà anche per curare Atsu e potrà essere recuperato anche in battaglia bevendo del sakè (anche se bere troppo farà ubriacare la nostra protagonista, con conseguenze spiacevoli, soprattutto nel bel mezzo di una battaglia).
Il combattimento di Ghost of Yōtei è semplice nelle sue meccaniche, ma ha dalla sua una discreta varietà d’azioni che non lo rendono mai monotono. Seppur l’idea sia quella di adattarsi anche ai giocatori meno esperti degli action, riesce comunque a proporre un buon livello di sfida, con certe battaglie, soprattutto contro i boss, in cui basta sbagliare un’azione per essere sconfitti, proprio come in un duello vero. Ovviamente però il gioco offre diversi livelli di difficoltà adatti a tutti.
Sony/Sucker Punch
Atsu in pratica fa tutto quello che facevano Yasuke e Naoe, protagonisti di Shadows, ma da sola e meglio. Il gameplay è poi molto più appagante sia in termini di bilanciamento, senza nessuna mossa o equipaggiamento abusabile, sia per la gestione delle animazioni e delle coreografie delle battaglie, che in Yōtei sembrano davvero prese da un film.
Senza alcun dubbio Ghost of Yōtei si pone non soltanto come una delle migliori esperienze videoludiche ambientate nel Giappone feudale, ma anche come un ottimo open world di stampo classico, che riesce ad arginare – anche se mai completamente – i difetti che questa struttura si porta dietro ormai da tempo e che titoli, come Assassin’s Creed Shadows, non hanno mai nemmeno provato a cambiare.