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Di solito, i marchi attivi in questo settore sono noti per ciò che vendono al pubblico. Le persone riconoscono Tesla come casa automobilistica, o Zyn come azienda che vende sacchetti di nicotina. Che Palantir non sia un’azienda di abbigliamento è acclarato. I suoi software non sono nemmeno destinati ai consumatori, dal momento che hanno prezzi talmente elevati da renderli accessibili solo alle grandi agenzie governative e alle multinazionali. Ma contro ogni logica, Palantir può anche contare su una fanbase che comprende molti potenziali clienti del suo merchandising.
I Palantir bros non sono difficili da incontrare online: esistono diversi forum su Reddit dedicati all’azienda, il più grande dei quali conta oltre 109mila membri. Su X, alcuni utenti hanno costruito enormi community pubblicando soltanto contenuti su Palantir.
I fan dell’azienda seguono ossessivamente l’andamento del titolo in Borsa. Si comportano come tifosi di calcio: quando il prezzo sale, festeggiano come se la loro squadra avesse segnato un gol; quando Palantir si aggiudica un nuovo contratto, è come se avesse ingaggiato un campione. Date le premesse, è naturale che siano in molti a voler acquistare i prodotti di merchandising dell’azienda: è un po’ come comprare la maglia della propria squadra del cuore.
Questa comunità di fan si è ampliata soprattutto in anni in cui gli appaltatori militari e i contratti legati all’immigrazione erano poco popolari nella Silicon Valley. Per i suoi sostenitori, Palantir era un vero outsider, capace di restare fedele ai propri principi anche quando erano invisi alla maggioranza.
Per l’azienda, trasformarsi in un marchio lifestyle significa soprattutto spingere i fan a identificarsi pubblicamente con il brand e la sua missione. È un concetto reso esplicito dal biglietto firmato dall’amministratore delegato Alex Karp, inserito negli ultimi ordini:
“Grazie per la vostra dedizione a Palantir e alla nostra missione di difendere l’Occidente. Il futuro appartiene a chi crede e costruisce. E noi costruiamo per dominare”.
Un’idea ribadita anche da Eliano Younes. “Palantir non è solo un’azienda di software”, ha scritto su X lo scorso agosto. “È una visione del mondo — valori occidentali, pro-combattenti, problem solving, convinzione, software dominante, ecc. Per questo le persone indossano i nostri prodotti.”
Come è cambiato il vento nella Silicon Valley
Questi valori però non sono sempre stati popolari nella Silicon Valley. Anzi, storicamente, sono stati apertamente respinti. Nel 2018 migliaia di lavoratori di Google protestarono contro il coinvolgimento dell’azienda in Project Maven, un’iniziativa del Pentagono che utilizzava l’intelligenza artificiale per analizzare i filmati dei droni. Cedendo alle pressioni, il gigante decise di non rinnovare il contratto legato al progetto, pur dichiarando che avrebbe continuato a collaborare con il Pentagono. Nello stesso anno, a Palo Alto esplosero proteste contro Palantir per il suo lavoro con l’Ice (che però non cancellò alcun contratto).
