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È raro che i biologi marini riescano a osservare squali che si accoppiano in natura. Ancora più raro è riuscire a riprendere tre esemplari — due maschi e una femmina di squalo leopardo — impegnati in un rapporto sessuale a tre, soprattutto considerando che si tratta di una specie minacciata. Eppure è esattamente quello che ha documentato un gruppo di ricercatori, descrivendo in modo meticoloso la sequenza in uno studio pubblicato sul Journal of Ethology.
Una testimonianza unica
Non si può dire che finora gli scienziati fossero completamente all’oscuro rispetto al comportamento riproduttivo degli squali leopardo. Ma dal momento che la maggior parte delle conoscenze di cui disponiamo deriva da osservazioni in cattività, non era chiaro se in natura gli squali si comportassero nello stesso modo: fino a oggi, non c’erano documentazioni dirette di accoppiamenti in libertà.
Hugo Lassauce, ricercatore post-dottorato alla University of the Sunshine Coast (UniSC) in Australia, ha collaborato con l’Aquarium des Lagons di Nouméa, in Nuova Caledonia, per monitorare gli squali nel Pacifico meridionale. Per un anno, ha fatto snorkeling tutti i giorni con gli squali (sempre con una barca di appoggio per motivi di sicurezza) osservando per alcuni frangenti il comportamento riproduttivo della specie senza però assistere mai all’intera dinamica. Questo finché non ha notato una femmina distesa sul fondale sabbioso, con due maschi aggrappati alle pinne pettorali: un classico comportamento di corteggiamento pre-copulatorio, già documentato in cattività.
“Ho detto al mio collega di allontanare la barca per non disturbare e ho iniziato ad aspettare in superficie, guardando in basso gli squali quasi immobili sul fondo,” racconta Lassauce. “Ho aspettato un’ora, nell’acqua gelida, ma alla fine hanno iniziato a risalire. Entrambi i maschi hanno finito rapidamente, uno dopo l’altro: il primo ha impiegato 63 secondi, l’altro 47. Poi hanno esaurito le energie e sono rimasti immobili sul fondo, mentre la femmina si è allontanata rapidamente”.
Tre squali, due telecamere
Lassauce era armato di due GoPro Hero 5, che però avevano poca autonomia. Per questo nel filmato si notano due interruzioni: la prima quando il ricercatore ha dovuto cambiare videocamera dopo aver notato che la prima stava esaurendo la batteria, e la seconda quando ha smesso volontariamente di riprendere per conservare la carica. Siccome per 55 minuti non era successo nulla di rilevante, voleva essere certo di immortalare i momenti decisivi. Alla fine ci è riuscito, tra gli applausi dei colleghi a bordo, ben consapevoli della rarità di una testimonianza del genere.