giovedì, Luglio 3, 2025

La crisi dei chip si raffredda, ma i prezzi di tutto si incendiano

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Il cosiddetto chip crunch, ovvero la crisi che ha ridotto al lumicino la disponibilità di processori e condizionato negativamente tutte le altre industrie, si sta attenuando. Non è ancora finita, ma le case automobilistiche iniziano a rilevare un’inversione di tendenza nel secondo semestre. Come riporta Affari & Finanza il CEO di Volkswagen poche settimane ha confermato la possibilità di un aumento di produzione dei veicoli.

Il responsabile forniture di Mercedes, Joerg Burzer, ha a confidato a Bloomberg che la carenza di chip adesso è davvero occasionale. BMW ha assicurato che la produzione fila liscia e non vi sono criticità sul fronte semiconduttori. Se uno dei settori che ha capito maggiormente questa crisi inizia nuovamente a respirare è senza dubbio un buon segno.

LA GENESI DELLA CRISI DEI CHIP

Per capire cosa ci attende è bene compiere un passo indietro. La crisi dei chip si deve soprattutto a due elementi scatenanti per altro legati. La pandemia ha costretto al lockdown e quindi da una parte all’interruzione della produzione asiatica in alcuni periodi del 2020-21, e dall’altra ha stimolato l’incremento della domanda consumer di dispositivi elettronici (+20%).

E così ci siamo ritrovati di fronte a una produzione che non è mai riuscita a mettersi in pari con le richieste. Le industrie di ogni settore si sono trovate così davanti a ritardi di consegna, aumento dei prezzi e conseguenti effetti collaterali negativi nelle rispettive attività produttive. A distanza di tempo si inizia a intravedere la normalità ma ci sono nuovi spettri all’orizzonte.

NUOVE TEGOLE ALL’ORIZZONTE

L’inflazione che sta attanagliando l’Europa, gli Stati Uniti e la stessa Cina com’era prevedibile sta avendo effetto sui prezzi, quindi si riverbera negativamente sugli acquisti. Con un budget familiare che non consente di avere grandi margini di manovra si è costretti a mettere in secondo piano gli acquisti tecnologici. E così una delle specialiste del settore semiconduttori, Micron Technology, già la settimana scorsa ha iniziato ad avvertire il mercato che la domanda è destinata a scendere. Digitimes ha anticipato che il colosso TSMC sta subendo un taglio delle ordinazioni per il 2022.

Secondo Nikkei anche Samsung Electronics ha sospeso alcuni ordini e domandato a diversi fornitori di stare in standby con le consegne per settimane. Amd ha già confermato una decelerazione delle vendite dei pc e Intel ha già ammesso che fino al 2024 ci sarà poco da esultare.

Gartner ha drasticamente sintetizzato in un documento previsionale ciò che si attende per il 2022: un tracollo per le vendite globali. Si parla di -7,1% per la telefonia mobile, -9,5% per i PC e -9% per i tablet. I motivi? Rinnovati lockdown in Cina, inflazione e crisi ucraina.

PREZZI ALTI?

Idealo, uno dei principali portali di comparazione europei, ha confermato nuovamente il livello insostenibile dei prezzi. Nel 2022 si è assistito a un aumento senza precedenti. In media le schede video sono risultate più care del 61% rispetto allo scorso anno; smartwatch e console +8%; fotocamere mirrorless e tablet +30%; PC +17%.

E per quanto riguarda gli smartphone, fino a giugno si è registrato un +21% del prezzo medio rispetto allo stesso periodo 2021; la fascia media è salita alle stelle (+25,5%) e oggi bisogna sborsare mediamente circa 290 euro contro i precedenti 230 euro. Negli elettrodomestici i rincari sono stati compresi tra il 3% delle lavastoviglie e il 14% dei piani cottura; i televisori si sono attestati su un +5% medio.

In sintesi. Prima c’è stato un crollo della produzione in un contesto dove la domanda era alle stelle. Adesso la produzione potrebbe normalizzarsi ma a causa dell’inflazione sono aumentati i costi dei materiali e dell’energia; contemporaneamente è diminuito il potere di acquisto dei consumatori, con conseguenze negative sulla domanda.

Che fare? Acquistate solo se vedete reali sconti, ma cum grano salis.

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